Pompei. “Ombre” sull’Amministrazione di Pompei: dossier spedito alla Commissione antimafia del Senato, in Prefettura a Napoli ed all’Anac di Raffaele Cantone. E’ la mossa del consigliere comunale di opposizione Franco Gallo, candidato a sindaco per “Elaboriamo Pompei” alle ultime elezioni  2014.

LA PREMESSA. “L’amministrazione comunale – sottolinea Gallo nel documento inviato anche a Roma - sin dal suo insediamento (era il giugno 2014, ndr) ha avuto sistematicamente una serie di condotte omissive, ma anche comportamenti che lasciano intravedere ‘il condizionamento della propria attività’ da parte di persone che rivestono il ruolo di consigliere comunale e/o appartenenti allo staff del sindaco”.

I PUNTI CHE ‘SCOTTANO’. Sono cinque: - Vincenzo Sica, divenuto “l’assessore scomodo” per aver denunciato - così Gallo nel dossier - “che tutta l’attività amministrativa era condizionata da una ‘regia occulta’, che determinava non solo le scelte del Sindaco ma dell’intero apparato amministrativo.” – La scomparsa, a nemmeno un anno dall’insediamento, dell’Osservatorio per la Legalità guidato dall’ex Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Diego Marmo. Il magistrato andò via tuonando pubblicamente: “la mia nomina può aver disturbato chi aveva interesse a che nulla si modificasse”.

E poi: - la gestione definita “anomala” del Cimitero di Pompei, con il successivo scandalo della maxi-inchiesta “Terra Santa” (il cui processo è ancora in pieno corso); - i presunti abusi edilizi commessi dal sindaco Ferdinando  Uliano, dal suo vice Pietro Orsineri, dall’assessore Raffaele Marra e dai consiglieri Marika Sabini e Raimondo Sorrentino. “Nessuno – scrive Gallo nel ricco dossier - pur avendo ricevuto ordinanze di abbattimenti non ha ancora ottemperato alle disposizioni impartite”. – Il contratto d’appalto tra la “Publiparking srl” e il Comune di Pompei, più volte “modificato in corso di svolgimento” e tale da indurre “l’amministratore della società a comunicare alla segretaria generale, con nota scritta, le sue doglianze in merito “ai continui attacchi al limite della diffamazione, da parte di isolati esponenti del Consiglio comunale”.

Ultimo tema scomodo, l’installazione delle tradizionali luminarie per il Natale. “Singolare – conclude Gallo -  la lettera a firma del presidente di un comitato cittadino per la legalità (probabilmente anonima), che in data 16 novembre 2015 già era certo che la ditta che avrebbe vinto l’appalto per l’installazione sarebbe stata la ‘Castellano sas di Aiello Vincenzo’. I punti sono all’attenzione dell’Onorevole Rosy Bindi. La Commissione antimafia del Senato discuterà a breve il presunto “caso Pompei”.

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