La sfida interna al PD per la successione a Starita è, ormai, l’unico vero motivo di fondo che tiene arenata la situazione in giunta. Non è solo questione di numeri, di poltrone da dividersi, di visibilità ma, soprattutto, di futuro politico. Di Donna presidente o meno, due assessori piuttosto che tre, posizioni apicali ai partiti piccoli o figure di sottogoverno. Questa non è l’unica partita che si sta giocando in questo momento a Torre Annunziata e non sono solo quelli più esposti gli attori che tengono in piedi il teatrino politico oplontino.

I DELFINI DI STARITA. L’ex compagno, oggi solo sindaco, tiene ben stretti i suoi due successori. Ebbene si, ha previsto tutto: un uomo ed una donna a seconda dello scenario futuro che si presenterà nei primi mesi del 2017. Alfonso Malacario e Fausta Cirillo sono i due assi che Starita è pronto a calare quando, l’anno prossimo, saranno già stati già consumati i primi nomi negli ambienti politici che decideranno il futuro successore a Palazzo Criscuolo. Ovviamente non saranno le sedi dei partiti o delle liste dove gli iscritti saranno chiamati a ratificare una decisione già presa.

I COMPROMESSI DEL PD. Se giunta completa deve essere, dovrà avere in gran parte esponenti provenienti dal mondo strettamente politico. Insomma, “basta con i tecnici”. I ‘casilliani’ non preferiscono un loro rappresentante al fianco del primo cittadino ma l’ultimo diktat del segretario Ciro Passeggia è chiaro: “Quattro posizioni apicali, di cui tre assessori ed il presidente della Primavera con tutte le componenti rappresentate”. Linea che ha fatto storcere il naso agli uomini del capogruppo PD in regione Campania che preferirebbero la posizione neutra del presidente del consiglio, sottraendola a Raffaele Di Donna. Quest’ultimo, però, è difeso a spada tratta da Ricciardi e Lucibelli nell’ottica di un sostegno futuro alla possibile candidatura del primo a sindaco oplontino.

IRLANDO? L’altro nodo, non da poco, da sciogliere è la presenza in giunta di Antonio Irlando. All’assessore che dovrebbe portare i tesori di Oplonti a Torre, il condizionale è d’obbligo dopo i continui rinvii, è difficile dargli l’arrivederci. Ma, allo stesso tempo, tenere occupata quella poltrona al posto di un esponente di partito comprometterebbe gli equilibri già precari. Se restasse e saltasse l’opzione presidente del consiglio, i conti difficilmente tornerebbero a posto.

I PARTITI PICCOLI. Non è certo per un ‘volemose bene’ che i partiti dai grandi numeri in consiglio, Dem e Nuovo Centro, pensano ai ‘piccolini’ dell’assise. Tutto ruota intorno alle elezioni amministrative 2017. Mentre gli stessi casilliani mettono in conto di poter perdere una cosiddetta figura apicale per accontentare tutti, dello stesso avviso non sono le altre componenti del Partito. Riprendendo il ragionamento di Passeggia, Roviello e De Stefano dovrebbero accettare un unico assessore e qualche altro posticino di inferiore visibilità a meno che Di Donna non faccia un passo indietro a favore di Vitiello, liberando anche un altro posto in giunta. Ovviamente, con la promessa per l’attuale presidente di poter scegliere un futuro membro dell’OIV.

Intanto il tempo passa e con lo scorrere dei giorni si consolida sempre più il primato di una delle crisi politiche più lunghe, iniziate prima di Pasqua dell’anno scorso ma la cui ‘settimana di passione’ non è ancora finita.

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