Un anno davvero difficile per il Covid Hospital Boscotrecase. Irene Iorio e Giovanna Cangiano, infermiere professionali del Sant’Anna Madonna della Neve hanno tracciato un primo bilancio a un anno dallo scoppio della pandemia. “Abbiamo iniziato la sorveglianza sanitaria fin da subito. Da quando abbiamo attivato la piattaforma abbiamo effettuato oltre 3mila tamponi e più di mille prelievi. E da dopo la vaccinazione abbiamo iniziato la sorveglianza per testare gli anticorpi dopo la dose”.

Entrambe hanno voluto ricordare cosa avvenne nel giorno in cui fu annunciata la riconversione a Covid Hospital del presidio. “Alle 4 di quella domenica pomeriggio ci cadde il mondo addosso perché non eravamo a conoscenza di questa situazione. Ci siamo comunque dati da fare e questo grazie anche al direttore Savio Marziani che ci ha aiutato. Abbiamo vissuto momenti tragici, ma in questo ospedale ci sentiamo sicuri e protetti. Ed è già tanto rispetto a un altro fa”.

Poi hanno aggiunto. “Quanta tristezza negli occhi dei pazienti e degli operatori. Abbiamo ascoltato racconti davvero devastanti. Tra di noi c’era la paura per i nostri familiari. Perché chi lavora al Covid Hospital percepisce la realtà in modo diversa rispetto agli altri. Le persone che svolgono un lavoro diverso non hanno la nostra concretezza. Ci spaventa che ci sono molti giovani che stanno male e tutto ciò devasta. E tanti sono anche deceduti purtroppo”.

Tanti anche i successi e i riconoscimenti per il presidio boschese. “A Natale i bambini di una scuola di Torre del Greco hanno inviato una lettera per ogni infermiere o dottore. Il nostro invito è quello di stare attenti e di non essere superficiali. Pensate bene a quello che fate”.

Il futuro è ancora tutto da scrivere. “La nostra speranza è che questo ospedale ritorni ad avere tutti i reparti. Lo vogliamo noi e l’intera popolazione vesuviana”.

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