TORRE ANNUNZIATA. “Come presidente dell'Osservatorio sulla Legalità del Comune, voglio dire la mia in merito al mancato ‘inchino’ del Quadro della Madonna. Ritengo l'inchino un gesto deprecabile, inammissibile, da medioevo. Altro che terzo millennio”. Così Carmela Sermino, la vedova di Giuseppe Veropalumbo, il 30enne carrozziere di Torre Annunziata, ucciso la sera di Capodanno 2007 per una pallottola vagante sparata in strada da ignoti e per ‘salutare’ l’arrivo della mezzanotte.

Ieri, durante la classica processione che ha attraversato le strade di Torre Annunziata, in onore della protettrice Maria Santissima Della Neve, i pescatori ‘portantini’ del Quadro della Vergine avrebbero voluto rivolgerlo verso l’ingresso della “Farmacia del Corso”, di proprietà dell’imprenditore Nazario Matachione, ‘sponsor’ storico della Festa. E’ scoppiato il caos (nei link correlati, ndr), sedato solo dall’intervento delle forze dell’ordine. 

“È un segnale – continua la Sermino, ora a capo dell’Osservatorio permanente inaugurato il 4 aprile scorso dal sindaco Starita, con la partecipazione dell’associazione ‘Libera’ - che ci riporta agli anni del Medioevo, quando la plebe era asservita ai suoi padroni. Ma nel 2016, per fortuna e finalmente, la situazione sta cambiando. Anche a Torre Annunziata. Noi - ha concluso la vedova - dobbiamo ritrovare l'orgoglio di essere cittadini in una Torre liberata delle mafie e della corruzione”.

Proprio ieri, Carmela Sermino non era a Torre Annunziata. La vedova Veropalumbo ha infatti preso parte alla Giornata della Legalità, organizzata a Lacco Ameno (Ischia) dal locale presidio di ‘Libera’. Presidio intitolato a Gaetano Montanino, guardia giurata 45enne ammazzata nel 2009 in piazza Mercato, a Napoli, durante una sparatoria.

Quella di ieri, per Carmela, ha rappresentato soltanto l’ultima tappa di una personale battaglia. La vedova, infatti, dal 2008 chiede che lo Stato italiano riconosca il suo Giuseppe come vittima innocente di camorra. “Non ero in città – ha confermato – ma ho seguito comunque la processione, attraverso i siti web e tramite i social network. Quando ho visto scoppiare il caos, mi sono davvero indignata”.

Nella foto, accanto al sindaco, la vedova Veropalumbo riceve le chiavi della casa confiscata al boss dei Gionta Aldo Agretti

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