26 marzo, speciale "Mamma Coraggio": la vicenda giudiziaria
Condannato il killer di Matilde Sorrentino, la "partita" si gioca sul risarcimento ai figli
26-03-2016 | di Salvatore Piro
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LA VICENDA GIUDIZIARIA. Il killer Alfredo Gallo, 38 anni, è già stato condannato in via definitiva per l’omicidio nel 2004 di Matilde Sorrentino. Per i giudici fu lui a sparare diversi colpi, il primo al volto, gli altri al petto, che uccisero "Mamma Coraggio" sul pianerottolo di casa sotto gli occhi di suo marito, ex operaio in pensione. Dopo la sentenza, Salvatore e Giuseppe (oggi 27 e 29 anni), i figli di Matilde, furono inseriti nel programma di protezione ministeriale per “testimoni di giustizia”. Il programma è terminato nel 2013.
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Da allora l’avvocato Elena Coccia, vicesindaco della città metropolitana di Napoli ed esperto in diritto di famiglia, sta conducendo in parallelo una battaglia giudiziaria per un risarcimento che restituisca “dignità” alle vittime dei pedofili e della scuola degli “orrori” di via Isonzo. La causa pende in appello contro il Comune di Torre Annunziata (non costituitosi parte civile al processo sull’omicidio, perché assente in prima udienza) e lo stesso Ministero, per la mancata dovuta custodia della scuola elementare. Tecnicamente, si chiama “culpa in vigilando”.
Nel 2014 l’avvocato Coccia è riuscita ad ottenere in primo grado un risarcimento di circa cinquecentomila euro in favore di Salvatore e Giuseppe. Il Comune di Torre Annunziata ricorse contro la condanna, forse alla ricerca di un accordo stragiudiziale che metta fine alla vicenda. Nel frattempo, la decisione in Tribunale è stata rinviata al 2017.
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