A San Giorgio a Cremano la leggendaria Mehari di Giancarlo Siani: 'Simbolo di coraggio'
Il sindaco Zinno: 'Così rafforziamo il legame con la sua memoria'
24-09-2024 | di Claudio Di Giorgio
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San Giorgio a Cremano ha reso omaggio al giovane giornalista Giancarlo Siani brutalmente assassinato il 23 settembre dell’85 da vili criminali camorristi ed ha accolto la sua leggendaria auto verde, una Citroen Mehari, che è stata collocata nella “Sala della memoria” all’interno della Biblioteca di Villa Bruno già centro attrattivo di iniziative e attività culturali per la quotidiana presenza di studenti. Una decisione concretizzata anche attraverso il Coordinamento Campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità e l’Associazione Libera.
L’auto è stata trasferita nella Sala della Memoria proveniente dal Palazzo delle Arti di Napoli che la ospitava. La Sala Della Memoria, inoltre, comprende i ricordi di Giancarlo Siani e il grande pannello con i volti delle vittime innocenti di ogni reato violento uccise nella regione e divenendo luogo della memoria, riflessione e impegno concreto per la costruzione di una società votata alla legalità e al bene comune.
Così ì il Sindaco Giorgio Zinno: “Ospitare la Mehari di Giancarlo significa rafforzare il legame con la sua memoria, rendendo la città un punto di riferimento per la riflessione collettiva sulla legalità e sulla giustizia . La Mehari è un simbolo visibile e concreto della necessità di continuare a opporsi alla criminalità organizzata e alla violenza, attraverso l'impegno quotidiano e la partecipazione attiva”.
Presenti alla cerimonia con il Sindaco Giorgio Zinno, il presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania Don Tonino Palmese e Paolo Siani fratello di Giancarlo, il Prefetto di Napoli Michele Di Bari, Tullio Ferrante sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania Loredana Raia in rappresentanza del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, l’onorevole Francesco Emilio Borrelli, Armando D’Alterio Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Potenza, il Questore di Napoli, Maurizio Agricola, Canio Giuseppe La Gala comandante della Legione Carabinieri Campania, Matteo Lorito Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Giuseppe Granata presidente del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, Mariano Di Palma referente di Libera Campania e Geppino Fiorenza, presidente onorario della Fondazione Giancarlo Siani, rappresentanti delle scuole e numerose altre Autorità politiche, civili e militari.
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L’Amministrazione cittadina con il suo Sindaco Giorgio Zinno, e i suoi collaboratori, hanno fortemente voluto la realizzazione della Sala nel territorio di San Giorgio dato l'alto significato del progetto rendendosi subito disponibili ad ospitarla in virtù dell'ampio risalto che il Comune pone per tutte le opere votate alla divulgazione dei valori della giustizia, della legalità e del bene comune.
Giancarlo Siani è stato così ricordato: nato a Napoli nel 1959, e fin dai tempi della scuola inizia la propria attività giornalistica per la quale nutriva profonda passione dedicandosi principalmente alle condizioni sociali delle zone più emarginate della città e al disagio sociale dei più giovani. Numerose le sue denunzie attraverso un’opera di sensibilizzazione che si sviluppava contro gli interessi delle organizzazioni camorristiche molto attive nel reclutamento di giovani nelle dinamiche criminali del traffico di stupefacenti.
Diventa corrispondente da Torre Annunziata per il Mattino di Napoli e in questo ruolo, Giancarlo Siani si occupa spesso di cronaca nera e di camorra, che gli permette di ricostruire molte delle relazioni tra famiglie delle consorterie criminali, i loro affari, i loro legami. E’ così che rintraccia gli interessi della camorra nella ricostruzione successiva al terremoto dell’Irpinia del 1980, irritando significativamente il boss del clan Gionta e tutte le famiglie collegate che videro tremare il loro potere criminale fino a considerare intollerabile l’attività del giovane giornalista . Così nell’agosto del 1985 la camorra decide di uccidere il giornalista e la sera del 23 settembre 1985, un commando di killer giunge nei pressi dell’abitazione di Giancarlo al momento in cui egli fa ritorno a casa, a bordo della propria Citroen Mehari, e gli spara uccidendolo .
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