A San Giorgio a Cremano la presentazione del libro di Ciro Giustiniani
Nella biblioteca di Villa Bruno sorrisi e riflessioni con l'autore di 'Kitemmorto'
08-02-2025 | di Claudio Di Giorgio
![](foto-articoli/49474_a-san-giorgio-a-cremano-la-presentazione-del-libro-di-ciro-giustiniani-.jpg)
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
“Kitemmorto” è il titolo del libro di Ciro Giustiniani presentato al pubblico nella biblioteca di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano.
Un libro che fa molto ridere, che colpisce oltre che per la sua grafica accattivante e per alcune scritte in corsivo come fosse un quaderno, soprattutto per l’interesse e la curiosità che suscita e spinge subito il lettore a divorarne tutto il contenuto.
Come Dante e Virgilio nella Divina Commedia fecero il loro viaggio nell’Oltre Tombe, su questa falsa riga anche il ragazzo e don Pasquale che lo accompagna, napoletani, sono protagonisti in una giornata calda di un viaggio però nell’“inferno” della lingua napoletana, descritta dall’autore che ha proposto un’esperienza letteraria unica nel suo genere.
Ma chi è Ciro Giustiniani? Di origine sangiorgese, è un personaggio dello spettacolo noto per la sua verve comica e la sua profonda conoscenza della cultura napoletana, che ha deciso anche di scrivere libri, di raccontare storie e aneddoti della sua Napoli.
Ha voluto perciò ancora una volta regalare al pubblico una esperienza letteraria ritenendo che ciò che è raccontato attraverso le pagine di un libro resta sempre presente anche su un comodino, diversamente da quanto raccontato in uno spettacolo che finisce con gli applausi ma che dopo un pò non si ricorda più nulla".
Questo non è un libro volgare ma una storia divertente, - spiega l’autore - un viaggio che fa un ragazzo se pur napoletano non proprio conoscitore delle realtà della città e delle strade di Napoli e quindi dove si parla di tutto e di tutto si dà per scontato. E’ un libro che chi sta a Napoli tutte le cose di cui si parla le può vedere e toccare e chi è lontano può avere Napoli tra le mani”.
Il ragazzo dunque non proprio esperto della città e delle strade chiede di andare a teatro, e si lascia accompagnare da Don Pasquale il saggio portiere dello stabile che gli insegna tutto ciò che accade divenendo il suo mentore, e dove il teatro non è altro che la propria città, ed egli annota tutto quanto.
Anche se nella storia non viene mai citata la location si capisce bene che il gioco è stato proprio quello di voler indicare la location senza dichiararla. Il libro è ricco di tutta una serie di frasi e di parole, non parolacce , ha sottolineato l’autore, come pure non è lo studio etimologico delle parole, ma è una analisi di parole e frasi tra le più significative utilizzate nel linguaggio locale corrente dal popolo napoletano e che esprimono la vera anima palpitante, vivace e divertente della città .Insomma un piacevole viaggio di un giorno tra le voci, i modi di dire e le parole dell’inferno della lingua napoletana. Un uomo e il suo mentore proprio come Dante e Virgilio, e una piacevole serata di sorrisi.
Sondaggio
Risultati
![](https://img.icons8.com/office/30/000000/whatsapp--v1.png)