Quindici scuole e mille ragazzi andranno ‘a lezione’ dentro gli scavi di Pompei, invertendo per la prima volta l’idea che a scuola prima si studi e poi si applichi. È la partenza del Progetto Pompei, annunciata oggi agli Stati Generali della Cultura dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, e realizzata insieme da Miur e Mibact. “Un progetto bandiera, che apre simbolicamente la strada”, come lo definisce il Ministro Giannini e anche “il più ambizioso tentativo di ribaltamento dello schema educativo della scuola italiana. È un forte cambiamento culturale - spiega - perché il laboratorio diventa il luogo della cultura e quale miglior contesto se non Pompei? Le 15 scuole coinvolte sono sul territorio e si va dai Licei agli Istituti tecnici. Con le Sovrintendenze e il Mibact abbiamo immaginato dei percorsi formativi che vanno dalla tutela del verde ad argomenti più tecnici come la conservazione del patrimonio”.

Inoltre, continua la il vertice romano dell’Istruzione, “nel corso dei prossimi mesi questo progetto farà sì che quel territorio si appropri dell'identità che Pompei rappresenta. Non si tratta infatti solo di un'alimentazione dell'offerta. Dobbiamo vederlo anche come un alimentatore di sensibilità. Se non si crea una domanda, se non si crea l'ansia di voler fruire di un bene culturale, non c’è legge, classe politica ne’ Governo della Repubblica che possa dare al nostro Paese un indirizzo diverso. Questo modello di alternanza funzionerà, perché siamo l’Italia, perché solo da noi si può applicare. È una straordinaria opportunità e credo e spero sia l’accensione di un motore che vada poi oltre”.

“Quella sul Progetto Pompei - concorda il ministro di beni culturali e turismo, Dario Franceschini - è una collaborazione importante, una di quelle che stiamo portando avanti con il Miur per riavvicinare i giovani alla consapevolezza del patrimonio, alla lettura, all'arte, al cinema e al teatro”.

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