Abbattimenti a Pompei, la calda giornata di via Messigno
“Irregolarità sul cantiere”, hanno gridato gli avvocati di famiglia fin dal mattino. Alle 16 la ruspa si ferma senza demolire la casa
14-05-2015 | di Raffaele Perrotta
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“Taglio di superfici verticali eseguito con l’ausilio di idonea attrezzatura, per isolare la struttura al confine”. È stato questo il cavillo che ieri pomeriggio alle 16 ha fatto spegnere la pala che stava demolendo la casa di Sansone ed Avitabile. “Una serie di irregolarità – avevano già anticipato gli avvocati della famiglia fin dal mattino – hanno caratterizzato il cantiere, come l’assenza di qualsiasi norma di sicurezza e di recinsione”.
Il clima intorno al civico 333 di via Messigno a Pompei inizia a riscaldarsi verso mezzogiorno quando arriva l’ordinanza di sgombero per gli abitanti della prima casa, quella di Gerardo Sansone, per ragioni di sicurezza. Di li a breve devono iniziare le opere di demolizione della casa sul retro.
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Minuti intensi che caratterizzano l’intera giornata, nell’attesa sempre della sentenza favorevole che possa fermare le ruspe. Verdetto che a fine giornata non arriva.
Alle ore 14 Sebastiano e Armando Vangone provano in qualche modo ad impedire alla ruspa, arrivata sul posto da pochi minuti, di entrare nel vialetto per posizionarsi vicino la casa da abbattere. Clima teso ma la protesta rientra dopo poco.
Passa meno di un’ora, prima delle 15, che iniziano a radunarsi molte persone vicino all’ingresso dell’abitazione degli Avitabile, controllato dalla polizia e dai carabinieri in tenuta antisommossa. Dopo poco, però, la tensione sale ed un gruppo di persone provano a sfondare la recinsione fatta dalle forze dell’ordine per entrare in casa. Anche un petardo viene fatto esplodere vicino alla ruspa, ferendo l’architetto di famiglia.
Occorrono diversi minuti prima che la situazione torni alla normalità.
La macchina inizia a demolire il piccolo ballatoio all’ingresso di casa Sansone-Avitabile quando, alle ore 16 in punto, si spegne per la quarta volta. L’opera di abbattimento, almeno per ieri, non è stata conclusa.
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