TORRE ANNUNZIATA. Ricordi vaghi, alcune incertezze e qualche contraddizione a processo. Un solo dato sembra chiaro: l’iter amministrativo quantomeno ‘originale’, seguito dai dipendenti dell’Ufficio tecnico del Comune di Torre Annunziata, il dirigente Ciro Cusano, e l’allora responsabile della ‘sezione edilizia’ abusiva, Gino Di Donna, per demolire il 18 dicembre 2009 la statua di un ‘Cristo’ alta quasi 4 metri, paletti metallici, fioriere, una balaustra ed un muretto. Opere fuori legge spuntate d’improvviso in Largo San Luigi, a due passi da Palazzo Fienga, e costruite dal pregiudicato Alessandro D’Acunzo, alias ‘gamba di legno’, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Gionta: abuso in atti d’ufficio e concorso in edificazione, le accuse mosse a vario titolo dal pm della Procura oplontina Mariangela Magariello.

Imputato con D’Acunzo, Cusano e Di Donna, i dipendenti che per l’accusa avrebbero “arbitrariamente sospeso i lavori di demolizione” della ‘fortezza’ messa su dal pregiudicato, anche l'architetto Giacomo Cuccurullo, istruttore della determina dirigenziale che il 30 dicembre 2009 affidò i lavori di ripristino di piazza San Luigi alla "Freedom srl" di Quarto, società fiduciaria del Comune torrese. Azienda che, per il ripristino del popolare “Largo Pescatori”, intascò il 29 luglio 2010 la somma di 60mila euro iva inclusa.

I RACCONTI. “Prima di demolire – ha dichiarato Di Donna ai giudici – tra le mani non avevo né un verbale di accertamento, né un’ordinanza. Credo fosse più un’operazione di polizia contro soggetti ‘sensibili’. Io e Cusano sospendemmo i lavori quando i parenti di D’Acunzo ci dissero: fermi, questa è proprietà privata. Gli operai, dopo il Cristo, avevano iniziato ad abbattere anche la balaustra ed il clima diventò pesante. Noi tornammo in ufficio, per capire se il suolo fosse pubblico o privato. Solo in un secondo momento accertammo che, dopo lo scoppio del ’46, l’area era diventata privata, ma ad uso pubblico. La gente ci parcheggiava pure le macchine. Dalla planimetria catastale risultavano alcuni edifici depennati. Comunque – ha concluso l’ex responsabile di sezione abusiva - non c’era nessun atto formale di passaggio al demanio”.

L’abbattimento anche del ‘Cristo’ fu ordinato dal sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, e dall’allora assessore alla sicurezza del Comune, Giuseppe Auricchio, con una nota del 10 dicembre 2009 inviata all’Ufficio tecnico. Demolire la ‘dependance’ privata di ‘gamba di legno’, rientrò poi tra le prescrizioni imposte dal Prefetto di Napoli al primo cittadino, dopo l’arrivo della Commissione d’accesso a Palazzo Criscuolo. Solo il 12 maggio 2014, su “input” dello stesso prefetto Franco Musolino, le ruspe demolirono in piazza San Luigi “pensiline metalliche, un parapetto antistante l’ingresso della casa e una tettoia coperta da tegole”. L’importo complessivo netto dei lavori fu pari a 24mila euro.

“Abbattemmo la balaustra al nostro ritorno dal Comune – ha invece dichiarato in tribunale Ciro Cusano, a capo dell’Ufficio tecnico dal 2006 all’aprile 2010 - . Fu l’assessore Auricchio, in piazza San Luigi, a dire a me e a Di Donna che anche la balaustra era abusiva. Un verbale sui lavori del 18 dicembre? Non ce l’ho, non esiste”.  

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