“Abusivopoli” a Torre del Greco, le reazioni. Il sindaco Borriello: “Ho sempre creduto nella magistratura”
Il primo cittadino, assolto dalle accuse di abuso d’ufficio e soppressione di atti, evita la possibile sospensione dalla carica
14-05-2015 | di Salvatore Piro
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“E’ inutile sottolineare quanto sia felice. La sentenza di poco fa conferma la mia totale estraneità ai fatti”. Questo il primo commento del sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello (impegnato oggi in un incontro politico in vista delle prossime Regionali, ndr), sul verdetto che al Tribunale di Torre Annunziata (presidente Alfonso Barbarano, a latere Anastasio e Della Ragione) lo assolve in primo grado dalle accuse di abuso d’ufficio e soppressione di atti.
Accuse figlie dell’inchiesta “abusivopoli”, lo scandalo che travolse anche vigili urbani e tecnici di Palazzo Baronale nel 2010, e per il quale il primo cittadino corallino rischiava pure la sospensione dalla carica, come previsto per l’abuso d’ufficio dalla Legge Severino.
Fu l’esposto dell’ex comandante della Municipale di Torre del Greco, Andrea Formisano, a convincere i pm della Procura oplontina, Silvio Pavia e Emilio Prisco, che a Torre del Greco esisteva "un gruppo di tecnici e agenti pronti a intascare denaro e regali per coprire gli abusi edilizi commessi in città".
La pubblica accusa aveva chiesto la condanna di Borriello a tre anni e mezzo di reclusione. Il sindaco era stato tirato in ballo per due vicende: quelle relative alle ormai famose vetrine della “Dar Impianti” e della “Boutique Bruno” di via Roma. Ma per i giudici, oggi, “il fatto non sussiste”.
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Assolti, come il sindaco Borriello, anche il consigliere comunale del Nuovo Centro Destra, Nicola Donadio, e il padre Antonio. Tra i politici eccellenti a pagare è invece l’ex assessore Vincenzo Maida, condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione (la richiesta dell’accusa per lui era di sette anni). Il Comune di Torre del Greco, parte civile a processo, ottiene il risarcimento dei danni (non ancora liquidati).
“I giudici hanno svolto bene il loro compito. La nostra fiducia nella magistratura, ora, è stata ripagata”, conclude uscendo dal Palazzo di Giustizia l’avvocato del sindaco, Gennaro Panariello, che già preannuncia però appello per le condanne ricevute da altri quattro suoi assistiti: Errico Sorrentino (otto anni e nove mesi, la pena più dura), Mario Di Cristo (un anno), Emilio Di Cristo (dieci mesi), Giovanni Battista Cimmino (sei mesi). Prima però occorrerà attendere quindici giorni per il deposito delle motivazioni. Di seguito, la sentenza completa:
ASSOLTI:
Borriello Ciro
Del Pezzo Vincenzo
Donadio Antonio
Donadio Nicola
Iodice Bruno
Mennella Ciro
Sannino Vito
CONDANNATI:
Adami Emilio 7 mesi
Ascione Teresa Rosa 9 mesi
Aymino Lucia 1 anno
Balzano Pasquale 8 mesi
Bianco Enrico 5 anni 6 mesi
Borriello Pasquale 11 mesi
Carotenuto Domenico 1 anno 8 mesi
Cimmino G. Battista 6 mesi
Cozzolino Pasquale 8 mesi
D’Avino Massimiliano 8 mesi
Di Cristo Emilio 10 mesi
Di Cristo Mario 1 anno
Di Maio Francesco 6 anni 9 mesi
Dottrina Raimondo 9 mesi
Formicola Ferdinando 10 mesi
Garofalo Ciro Mario 1 anno 2 mesi
Izzo Domenico 4 mesi
Maida Giuseppe 8 mesi e 400 euro multa
Maida Valentina 8 mesi e 400 euro multa
Maida Vincenzo 3 anni 3 mesi e 500 euro multa
Mazzella Giuseppe 3 anni 6 mesi
Migliozzi Pasquale 8 mesi
Pagliuso Ciro 5 anni
Panariello Raffaele 9 mesi
Pelosio Gaetano 1 anno
Romano Giovanni 1 anno 4 mesi
Salerno Giovanni 7 mesi
Sorrentino Errico 8 anni 9 mesi
Sorrentino Roberto 9 mesi
Tamburrino Bernardo 9 mesi
Vitiello Raffaele 8 mesi
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