Savoia di nome ma non di fatto. Al “Calise” di Ischia va in scena l’ultimo atto della farsa firmata Arnaldo Todisco. Mai come oggi il messaggio lanciato dall’avvocato napoletano è stato chiaro ed inequivocabile, basta Savoia, basta Torre Annunziata, il calcio non è più un’affare di marca oplontina. I motivi di sicurezza che hanno spinto la squadra in quel di Cercola sono apparsi – ed ora c’è la conferma – dei pretesti per privare un’intera città dello sport più amato: il calcio.

La maglia blaugrana sfoggiata in campo con tanto di stemma del Ponticelli ha chiarito definitivamente le intenzioni del buon Arnaldo. Ha vinto lui, il guanto di sfida lanciato dalla tifoseria torrese è stato raccolto e rispedito al mittente, da ieri il Savoia è scomparso, sopravvivendo soltanto sulle carte federali, dove la dicitura OP Savoia sopravvivrà almeno fino alla conclusione della stagione. Sarebbe interessante sentire Sosa o calciatori del calibro di Majella & co, innamorati della piazza, della maglia bianca e della storia del Savoia.

Cosa pensano dopo che questi simboli sono stati ammainati? Forse nulla, perché anche in Eccellenza il calcio non è altro che denaro, e fin quando gli stipendi arriveranno puntuali ad ogni mese nessuno avrà il coraggio di dire: “Questa non è più la squadra che abbiamo scelto per blasone e storia, questo non è il Savoia”. Le parole hanno un peso, segnano l’anima e ti rimbombano nelle orecchie, ed in questi mesi di parole ne sono state dette tante.

I proclami del mister argentino e dei vari calciatori ora che senso hanno? Dove è finita la “serie A” rappresentata dal Savoia? E la forza dei sogni? E l’emozione del Giraud? Tante, troppe parole che non fanno male soltanto ai tifosi, ma anche e soprattutto al diretto interessato, quel Sosa in cerca di riscatto ma che, suo malgrado, è stato protagonista di una delle pagine più nere della storia del Savoia. Per dovere di cronaca riportiamo il risultato della partita, uno scialbo 0-0 che mantiene il Ponticelli nelle parti nobili della classifica, a Cercola il sogno Play Off è ancora vivo.

Foto Francesco Morgera di Noto

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