Alessio Amarante mai latitante. Quando è scattato il blitz della Polizia di Stato stava lavorando. Il quinto uomo individuato dalla Polizia e che avrebbe partecipato, secondo gli inquirenti, all'agguato al bar ai danni di Luigi Mancini, si è presentato spontaneamente al commissariato di Torre Annunziata insieme all'avvocato difensore Salvatore Calamita. Martedì scorso gli agenti hanno eseguito il decreto di fermo emesso d'urgenza dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di Luigi Guida (26 anni), Francesco Langella (27 anni), Antonio Veropalumbo (20 anni), Francesco Cherillo 20 (anni) e, appunto, il 26enne Alessio Amarante. Ai primi quattro il decreto di fermo è stato notificato presso le rispettive abitazioni all'alba di martedì 13 febbraio. Quando invece i poliziotti hanno bussato alla porta di casa di Amarante, non lo hanno trovato. Come ogni mattina alle cinque era sceso per andare al lavoro.

Nel mentre sono partite le ricerche, i familiari hanno avvisato l'avvocato del Decreto di fermo. Quest'ultimo ha avvertito il Commissariato e ha accompagnato il giovane che, poco prima di mezzogiorno, si è presentato spontaneamente al Commissariato. Del gruppo individuato dagli investigatori, quella di Amarante sembra essere la posizione più debole e meno coinvolta nella vicenda. Sarà l'interrogatorio di garanzia che si terrà domani a chiarire il ruolo di ognuno nel ferimento di Luigi Mancini.

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