Sparatoria al ristorante sul Vesuvio: in manette Luigi Fiore, la vittima ferita alla spalla da un proiettile esploso al culmine di una lite. La pistola, impugnata da M.L., ritenuto affiliato al clan camorristico dei Limelli – Vangone.

L’arresto. Fiore non è stato arrestato a causa della sparatoria, ma perché ha violato la detenzione ai domiciliari – a cui era sottoposto – presenziando alla festa sfociata poi nella lite. Mentre era piantonato presso l’ospedale di Boscotrecase, gli è stato notificato l’arresto. Aveva, invece, provato a far perdere le tracce l’uomo che aveva sparato, un pregiudicato legato alla camorra di Boscotrecase. Nella giornata di giovedì 21 giugno però, il decreto di fermo emesso dalla pm Antonella Lauri della Procura di Torre Annunziata ha permesso ai carabinieri di arrestarlo.

La “miccia”. La “sceneggiata” sarebbe sorta perché alcuni bambini di entrambe le cerimonie erano a bordo piscina e alcuni invitati alla comunione, un po’ troppo vivaci, sarebbero stati richiamati dagli invitati a stare più attenti soprattutto per evitare di finire in piscina. Ma il richiamo bonario sarebbe stato invece interpretato dai piccoli e dai loro genitori come un affronto. A risentirsene, in particolare, un altro sorvegliato speciale, padre di uno dei minori, e considerato affiliato al clan dei Limelli – Vangone, egemone sul territorio di Boscotrecase. Prima il diverbio verbale poi il tentativo, riuscito in un primo momento, di calmare sia l’uomo che i suoi amici e parenti – alcuni di questi con precedenti penali e ritenuti vicini ai clan. In serata, però, qualcosa è andato storto. M.L. si sarebbe avvicinato a Fiore e avrebbe fatto fuoco ferendolo.

La ricostruzione. Secondo una prima ricostruzione fornita dai testimoni presenti nel resort sul Vesuvio, sarebbe stato M.L. a impugnare l’arma e a fare fuoco. Ma gli investigatori stanno cercando di ricostruire esattamente la dinamica del raid. Secondo gli inquirenti, però, l’uomo non sarebbe stato l’unico armato alla cerimonia. Anche altri personaggi, tuttora in corso di identificazione, sarebbero stati visti con delle pistole. Ecco perché gli inquirenti vogliono vederci chiaro, andando anche oltre al racconto dei testimoni. Si cercando anche filmati che potrebbero aver immortalato le persone armate.

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agguato durante una cerimonia