Torre Annunziata. Scarcerato per decorrenza termini il 31 luglio 2013 Aldo Gionta, il potentissimo boss della camorra oplontina, aveva un obbligo: pagare 10mila euro di cauzione perché sorvegliato speciale in casa, a via Bertone 46, l’ex roccaforte ormai in macerie del clan. Soldi però mai versati dal ras con l’hobby per i “pizzini in rima” e le “poesie”.

Per questo oggi al Tribunale di Napoli Aldo Gionta (già al 41-bis nel carcere di massima sicurezza milanese di Opera) è di nuovo condannato: quattro mesi di carcere, che si aggiungono alle altre e ben più severe pene da scontare. Tra queste, i 4 anni inflitti al figlio di don Valentino per la sua tentata fuga a Malta, il 16 agosto 2014.

Fuga bloccata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata e di Modica al porto di Pozzallo, in Sicilia, dove “Aldulk il ribelle” stava imbarcandosi su un aliscafo in compagnia di tre complici (poi condannati tutti a un anno e mezzo con pena sospesa per favoreggiamento, ndr). In quella circostanza gli inquirenti scoprirono che il boss, latitante dal 5 giugno perché scampato a un precedente fermo della DDA, si camuffava travestendosi da donna per sfuggire alla cattura.  

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