Un tassista napoletano avrebbe accompagnato verso Pompei un uomo di origini arabe che, solo giorni dopo, ha riconosciuto tra le foto di terroristi. È la storia sconcertante raccontata, questa mattina, dal quotidiano ‘Il Giornale’ (L’articolo completo).

“È un tipo strano, smanetta come un forsennato sui cellulari che ha con sé. Annuncia la destinazione del viaggio, Pompei, e poi sprofonda nel sedile posteriore”. Inizia così il racconto dell’uomo che ha dapprima detto tutto ad un suo amico carabiniere e sul quale indagano, adesso, i servizi segreti italiani.

Il cliente ha con sé almeno tre telefonini coi quali si alterna in lunghe e brevi chiamate in inglese e in una lingua che il conducente ipotizza sia turco o arabo – continua il racconto del collega Simone Di Meo – Arrivati quasi a Pompei, il viaggiatore fa uno squillo a un misterioso interlocutore per avere delle informazioni. Poi, passa il cellulare all'autista affinché segua le istruzioni che quella voce gli impartisce. L'auto supera il fiume Sarno e arriva in una zona abbandonata dove ci sono alcuni cantieri navali. È l'area di Rovigliano”.

Stando alla ricostruzione, solo qualche giorno dopo il tassista vede per caso in tv le immagini di presunti terroristi e si ricorda il volto dello straniero a cui ha dato il passaggio. Di qui la confidenza ad un amico carabiniere che prende sul serio la segnalazione. La relazione arriva agli uffici investigativi dell’Arma e viene inoltrata anche ai servizi segreti.

“Nessuno la sottovaluta, soprattutto per una circostanza che non è sfuggita agli analisti: Pompei è uno degli obiettivi sensibili nella mappa delle città a rischio in Italia. A Pompei – conclude l’articolo – ci sono il Santuario della Madonna e gli Scavi”.

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