“Siamo tornati indietro di 500 anni, ma pian piano ne usciremo fuori”. Sono stati giorni di grande paura per Guglielmo, un 39enne di Lugo ma nato e cresciuto a Boscotrecase. Così come decine di migliaia di altri cittadini, Guglielmo ha vissuto l’inferno di acqua e fango che ha spazzato via tutto. Sono stati giorni da incubo per l’Emilia Romagna a seguito dell’alluvione che sta travolgendo decine di città. L’emergenza maltempo prosegue incessante, con l’allerta rossa diramata dopo poche ore di tregua in cui l’acqua ha iniziato lentamente a ritirarsi.

La situazione è ancora critica a Ravenna e dintorni, dove scarseggiano acqua e cibo. Scende nel frattempo a 23mila il numero degli evacuati, mentre resta stabile a 14 il bilancio delle vittime del maltempo in Emilia. Sono almeno un migliaio le frane attive.

Situazione critica anche a Lugo. Dopo una iniziale stasi, le acque hanno travolto tutto. Una città inondata e i cittadino che hanno provato a lasciare le case attraversando le strade completamente sommerse. “Il primo giorno fortunatamente non è accaduto granché, anche se tutto attorno era un disastro, con gente bloccata sui tetti e aiuti che arrivavano con l’elisoccorso”, ha raccontato Guglielmo. L’uomo, 39 anni, vive a Lugo da oltre 15 anni ma è nato e cresciuto a Boscotrecase.

E a Lugo e in decine di città come Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Fusignano e Sant'Agata sul Santerno, si sono vissuti giorni molto difficili: “Spesso quando si guardano in tv immagini del genere, non ci si rende conto che potrebbe capitare a tutti – ha continuato Guglielmo -. Non pare vero di quante cose riesci ad apprezzare dopo esser tornato al Medioevo per due giorni che sono sembrati due anni, di comunicazioni assenti e di luce fioca di candele. Ora le cose stanno andando meglio. L’acqua nella mia strada è sparita, hanno ripristinato sia la luce che internet. E non pare vero. E’ stato bello sentire tante persone che si sono preoccupate per me”.

E nel frattempo Guglielmo da questi giorni difficili ha imparato un’altra cosa: “La dignità e la solidarietà di chi vuole venirne fuori velocemente e insieme. La corsa a chi aiuta di più, chiedendo per strada al primo estraneo in difficoltà, è una cosa che riempie cuore ed orgoglio. L' unità è ancora una volta l'unico filo che stringe l'umanità in un unico abbraccio in una tragedia imprevedibile in queste proporzioni, che ci ha messo tutti con i piedi nello stesso fango. Siamo italiani e viviamo a Lugo, tra chi ci è nato e chi è arrivato dopo come me. E siamo una comunità unita. Ora lo so per certo”.

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