È stato certificato quello che noi dicevamo da anni: qui si muore di più per tumori rispetto ad altri comuni della Campania. L’avevamo già dimostrato con uno studio portato avanti da privati e dall’associazione ‘Di lava e di fuoco’, nonostante i dati in possesso delle Asl fossero più moderati di quelli che avevamo raccolto”. È il primo commento del sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, dopo che il suo comune è stato incluso nell’elenco di quelli ad alto rischio di incidenza e mortalità per tumore dall’Istituto Superiore di Sanità.

“In questi comuni ci si ammala e si muore di tumore più degli altri comuni della Campania”. Non ha declinazioni del caso la conclusione che fa l’Ente controllato dal Ministero della Salute che nel report di fine anno 2015 stila una lunga lista di quelle città dove il tasso di ammalati e morti per cancro, soprattutto in età infantile, è di gran lunga superiore agli altri comuni della Regione.

In questo ‘abbraccio mortale’ non solo la provincia sud di Caserta e quella nord della città metropolitana di Napoli, ma anche Terzigno, assurta alle cronache in passato per gli scontri contro l’apertura della discarica di Cava Sari.

“Da tempo abbiamo sollevato questo problema. Appena ho iniziato il mio mandato – continua il primo cittadino – ho richiesto ed avuto un incontro con il Ministero per portare avanti un complesso sistema di monitoraggio del territorio. Tra i punti salienti il controllo sulla filiera alimentare e sui siti inquinati”. Eppure l’inquinamento continua ancora. Gli sversamenti illegali sono all’ordine del giorno e in ogni angolo delle città alle pendici del Vesuvio.

Dal sindaco a Franco Matrone, un dottore impegnato in prima linea anche nei mesi caldi della rotonda a Boscoreale. “Lo studio ‘Sentieri’ aveva già evidenziato questo dato per l’area vesuviana e quella dei Regi Lagni. L’ISS l’ha ripreso estendendolo alla zona del basso casertano, notando la maggiore incidenza di tumori che non può essere dettata solo da stili di vita o alimentari. Per questo motivo – incalza il dottore – occorre monitorare e controllare maggiormente il territorio”.

Secondo Matrone: “C’è una disattenzione delle istituzioni. Pensiamo agli sversamenti nelle città vesuviane, alla situazione nella valle del Sarno a causa del fiume ed evidenziata recentemente con l’ultimo rapporto Legambiente o, anche, alla valle dell’Irno. I problemi sono diversi, tra cui i roghi, gli sversamenti e gli smaltimenti illeciti di rifiuti speciali e nocivi. Occorre – conclude – affrontarli con una maggiore incisività”.

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