Continua senza sosta il controllo a tappeto di tutti gli scarichi nel fiume Sarno.

Nel corso degli ultimi mesi è stata intrapresa dai Carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari una complessa campagna di controlli tesi a reprimere fenomeni di abbandono di rifiuti nonché di illeciti sversamenti da parte di imprese operanti nelle aree del Bacino Idrografico del fiume Sarno.

Una prima fase costituita dal campionamento delle acque (poco prima dell’emergenza sanitaria da coronavirus) in differenti punti del fiume, con l’Arpac, per analizzare i parametri chimico fisici, batteriologici e la presenza eventuale di fitofarmaci, allo scopo di risalire alle fonti inquinanti e alle attività produttive sulle quali concentrare le verifiche.

Successivamente, il controllo a tappeto, nei mesi di maggio e aprile. Circa 250 attività produttive censite nei territori attraversati dal fiume Sarno e dei suoi affluenti Solofrana e Cavaiola, controllati i principali impianti produttivi potenzialmente impattanti sullo stato delle acque.

Queste le scoperte. Reflui industriali, prevalentemente conciari e conservieri, scaricati illegalmente da aziende che approfittano delle avverse condizioni meteo per evacuare i propri scarti. Accertata presenza di acque meteoriche di dilavamento, provenienti dai piazzali esterni delle attività conciarie ed industriali in genere, interessati dallo stoccaggio di rifiuti speciali e/o dal deposito di materiali contaminati. Individuati inoltre reflui fognari, costituiti dal “troppo pieno” a servizio della rete stessa e/o addirittura da interi tronchi di rete fognaria non collettati ad alcun impianto di depurazione.

Su 87 attività produttive sono stati individuati e chiusi 6 scarichi abusivi. Verificati altri 26 scarichi di altrettanti impianti, sequestrandone altri 6. Denunciate 48 persone ed elevate 15 sanzioni amministrative per un importo pari a circa 40mila euro.

Le attività sono ancora in corso, anche in delega alla procure competenti. Si teme che sia soltanto la punta dell’iceberg di una serie di scarichi inquinanti che hanno reso il Sarno un’autentica pattumiera a cielo aperto.

(foto: repertorio)


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