Ammazzarono il vicebrigadiere Cerciello Rega: nuovo processo al via
Dopo che la Cassazione ha annullato le condanne a Elder e Hjorth, si ritorna in Corte d’Appello
06-03-2024 | di Redazione
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Inizia l’8 marzo il nuovo processo Cerciello Rega. Dopo la decisione a sorpresa della Cassazione che ha annullato la condanna per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, in parte riaprendo il destino di Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due ragazzi americani che il 26 luglio del 2019, a Roma, hanno ucciso il vicebrigadiere dei carabinieri di Somma Vesuviana.
Quello che doveva essere l’epilogo della vicenda si è trasformato in un colpo di scena che rimbalza la questione alla corte d’Appello. Nel nuovo procedimento i giudici dovranno rileggere i fatti sulla base delle indicazioni della Corte di Cassazione. “Auspichiamo che si possa arrivare finalmente ad una sentenza che fotografi correttamente quanto accaduto - hanno dichiarato gli avvocati della difesa Elder, Renato Borzone e Roberto Capra -. La Suprema Corte è stata molto chiara e ha stabilito che la notte del 26 luglio 2019 i due ragazzi americani non hanno potuto comprendere di avere davanti due appartenenti alle forze dell’ordine e che i carabinieri Cerciello Rega e Andrea Varriale, in borghese, non hanno estratto e mostrato i loro tesserini di riconoscimento”.
Omicidio Cerciello, processo da rifare: annullate le condanne ai due ragazzi americani
Si ritorna in Appello dopo la decisione della Cassazione
Si tratta di un passaggio che sposta la lettura del fatto nel suo complesso. Finnegan, che all’epoca aveva appena compiuto 19 anni, ha sempre dichiarato di non aver capito che si trattasse di carabinieri e di aver reagito ad un tentativo di bloccaggio, sentendosi in pericolo di vita.
“Siamo ben consapevoli – proseguono gli avvocati - che questo processo è collegato alla tragedia della morte di un rappresentante dello Stato, ma abbiamo comunque ritenuto giusto continuare a batterci per far emergere la verità che, secondo noi, era già evidente nelle carte processuali”.
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