La storia del Generale Antonino Di Giorgio   , eroe di Caporetto nella prima guerra mondiale , raccolta  nel volume “Libro di ricordi del generale Antonino Di Giorgio“  , arriva finalmente nelle librerie .   Il lavoro di elaborazione  dell’opera  eseguita  da  Marisa e Marina Di Giorgio  trasferisce, eventi  storici, pubblici e privati  del Generale nelle pagine  del libro , attraverso  il quale  le autrici  hanno inteso  rendere onore all’uomo, al militare, all’ufficiale  con la sua vita travagliata ma ricca di episodi di vita personale politica e militare .              

La figura del Generale Antonino Di Giorgio emerge in tutta la sua grandezza  attraverso la  penna  del suo discendente pronipote omonimo Antonio Di Giorgio  (1921-2011)   che volle seguire le orme del grande avo  entrando nell’Accademia Militare di Modena  fino a diventare egli stesso Generale dell’Esercito.   Il pronipote  del Generale detto Nino, fu  infatti geloso  custode per molti anni di documenti, lettere , biglietti anche privati che riguardavano il Generale, oggi utilizzati dalle autrici nel volume.               

Numerose sono  le biografie  edite sul personaggio  ma le autrici Marisa e Marina Di Giorgio  che  ne sono  discendenti in linea diretta attraverso il loro padre   Nino , con questa  pubblicazione di memorie  intendono  mettere in evidenza  per  i posteri  soprattutto  lo  spessore morale e culturale  dell’uomo  , del protagonista,  nello scenario militare, politico e familiare  della Nazione a cavallo della prima guerra mondiale.      Il Generale Antonino  Di Giorgio   era nato a San Fratello (Messina) nel 1867 in una casa da cui si vedeva la meraviglia dell’Etna e del mare azzurro.             

Mandato a Palermo   per gli studi  manifestò subito il suo desiderio di diventare soldato e fin dalla Scuola Militare della Nunziatella a Napoli   iniziò la sua carriera   che  raggiunse la massima espressione con la  gloriosa ritirata del Corpo d’Armata Speciale da Caporetto  che valse a salvare la terza armata del Duca D’Aosta  allorquando il Generale Cadorna si ricordò di lui avendo bisogno  di persone fidate.  

Era la consapevolezza del proprio valore a tenere  fiero e pronto quell’uomo, il militare , anche nelle posizioni più estreme come quella  disperata di Caporetto, dove però risultò vincente  per le geniali iniziative strategiche che pose in essere con piena fede nel successo  e  senza titubanze.   Non poco contava poi  il  fascino che  il  condottiero    esercitava su ogni soldato ai suoi ordini.          

Ordini a Ufficiali e soldati sempre  carichi di responsabilità come  fu per la battaglia del Montello al comando del XXVII Corpo d’Armata  e come fu nella campagna di Somalia e del Benadir  contro  Mad Mullah ritenuto invincibile anche dagli inglesi  e  che gli fruttò  due  onorificenze  al valore.                I suoi scritti  erano  densi di dottrina sempre improntati all’amor di patria e trasudavano di affetto per  il soldato italiano . Fu Ministro della Guerra nel 1925 . Le sue convinzioni sulla moralità pubblica e privata erano rigide e non ammettevano trasgressioni  tanto che appena nominato Ministro della Guerra diramò una circolare per  proibire le raccomandazioni ed evitare lo sperpero di danaro pubblico.                      

Una bella storia, quella di Antonino di Giorgio nella quale si legge anche della famiglia acquisita con il matrimonio con Norina Whitaker figlia di una benestante famiglia inglese trasferitasi in Sicilia e il cui capostipite Joseph Isaac Spadafora  Whitaker  creò  l’azienda vinicola di famiglia per la produzione del Marsala , e si occupò  degli scavi archeologici nell’isola detta oggi di Mozia di fronte a Marsala .  

Ma fu a Cordelia, la sorella di  Norina moglie del Generale  , che si deve la prima raccolta di scritti e aneddoti della vita del Generale Antonino Di Giorgio ,  a loro volta conservati  gelosamente per molti anni proprio dal  pronipote  l’altro Antonino Di Giorgio, Nino,    padre delle autrici che  oggi   ne raccontano  la storia attraverso  questo volume.          

Insomma una lettura  piacevole, scorrevole,  arricchita  da copie degli   scambi epistolari originali del tempo  su  eventi   pubblici e  privati  che  le autrici riportano fedelmente ,  e che  si narrano anche attraverso le foto sbiadite che valorizzano l’opera  .

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