Antonino Di Giorgio: il Generale, la fierezza, il coraggio e l’umanità di un condottiero
Presentato il volume sull'eroe di Caporetto nella Prima Guerra Mondiale
10-06-2022 | di Claudio Di Giorgio

VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
La storia del Generale Antonino Di Giorgio , eroe di Caporetto nella prima guerra mondiale , raccolta nel volume “Libro di ricordi del generale Antonino Di Giorgio“ , arriva finalmente nelle librerie . Il lavoro di elaborazione dell’opera eseguita da Marisa e Marina Di Giorgio trasferisce, eventi storici, pubblici e privati del Generale nelle pagine del libro , attraverso il quale le autrici hanno inteso rendere onore all’uomo, al militare, all’ufficiale con la sua vita travagliata ma ricca di episodi di vita personale politica e militare .
La figura del Generale Antonino Di Giorgio emerge in tutta la sua grandezza attraverso la penna del suo discendente pronipote omonimo Antonio Di Giorgio (1921-2011) che volle seguire le orme del grande avo entrando nell’Accademia Militare di Modena fino a diventare egli stesso Generale dell’Esercito. Il pronipote del Generale detto Nino, fu infatti geloso custode per molti anni di documenti, lettere , biglietti anche privati che riguardavano il Generale, oggi utilizzati dalle autrici nel volume.
Numerose sono le biografie edite sul personaggio ma le autrici Marisa e Marina Di Giorgio che ne sono discendenti in linea diretta attraverso il loro padre Nino , con questa pubblicazione di memorie intendono mettere in evidenza per i posteri soprattutto lo spessore morale e culturale dell’uomo , del protagonista, nello scenario militare, politico e familiare della Nazione a cavallo della prima guerra mondiale. Il Generale Antonino Di Giorgio era nato a San Fratello (Messina) nel 1867 in una casa da cui si vedeva la meraviglia dell’Etna e del mare azzurro.
Angri che legge presenta 'Il fuoco nella Fossa' di Massimo Andrei
L’ autore al Teatro Chiesa di Costantinopoli giovedì 9 maggio
Mandato a Palermo per gli studi manifestò subito il suo desiderio di diventare soldato e fin dalla Scuola Militare della Nunziatella a Napoli iniziò la sua carriera che raggiunse la massima espressione con la gloriosa ritirata del Corpo d’Armata Speciale da Caporetto che valse a salvare la terza armata del Duca D’Aosta allorquando il Generale Cadorna si ricordò di lui avendo bisogno di persone fidate.
Era la consapevolezza del proprio valore a tenere fiero e pronto quell’uomo, il militare , anche nelle posizioni più estreme come quella disperata di Caporetto, dove però risultò vincente per le geniali iniziative strategiche che pose in essere con piena fede nel successo e senza titubanze. Non poco contava poi il fascino che il condottiero esercitava su ogni soldato ai suoi ordini.
Ordini a Ufficiali e soldati sempre carichi di responsabilità come fu per la battaglia del Montello al comando del XXVII Corpo d’Armata e come fu nella campagna di Somalia e del Benadir contro Mad Mullah ritenuto invincibile anche dagli inglesi e che gli fruttò due onorificenze al valore. I suoi scritti erano densi di dottrina sempre improntati all’amor di patria e trasudavano di affetto per il soldato italiano . Fu Ministro della Guerra nel 1925 . Le sue convinzioni sulla moralità pubblica e privata erano rigide e non ammettevano trasgressioni tanto che appena nominato Ministro della Guerra diramò una circolare per proibire le raccomandazioni ed evitare lo sperpero di danaro pubblico.
Una bella storia, quella di Antonino di Giorgio nella quale si legge anche della famiglia acquisita con il matrimonio con Norina Whitaker figlia di una benestante famiglia inglese trasferitasi in Sicilia e il cui capostipite Joseph Isaac Spadafora Whitaker creò l’azienda vinicola di famiglia per la produzione del Marsala , e si occupò degli scavi archeologici nell’isola detta oggi di Mozia di fronte a Marsala .
Ma fu a Cordelia, la sorella di Norina moglie del Generale , che si deve la prima raccolta di scritti e aneddoti della vita del Generale Antonino Di Giorgio , a loro volta conservati gelosamente per molti anni proprio dal pronipote l’altro Antonino Di Giorgio, Nino, padre delle autrici che oggi ne raccontano la storia attraverso questo volume.
Insomma una lettura piacevole, scorrevole, arricchita da copie degli scambi epistolari originali del tempo su eventi pubblici e privati che le autrici riportano fedelmente , e che si narrano anche attraverso le foto sbiadite che valorizzano l’opera .
Sondaggio
Risultati
