Grazie ad un’azione congiunta di cittadini attivi, consiglieri e parlamentari del Movimento 5 Stelle, la Centrale unica di committenza, che ha come capofila il Comune di Portici e a cui fanno riferimento i Comuni di San Giorgio a Cremano, Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio, è finalmente operativa. Un organismo strategico che garantisce una gestione trasparente e più efficiente del sistema degli appalti pubblici, arenatosi sotto i colpi dell’incapacità di chi l’ha tenuto a battesimo: l’allora sindaco di Portici, Nicola Marrone, e i primi cittadini di Ercolano e San Giorgio a Cremano, i piddini Ciro Buonajuto e Giorgio Zinno”. E’ quanto denunciano il senatore Sergio Puglia, il consigliere metropolitano Danilo Cascone, il capogruppo M5S al Consiglio comunale di San Giorgio a Cremano Patrizia Nola, il consigliere comunale di Ercolano Gennaro Cozzolino, e gli attivisti del gruppo M5S Portici Giovanni Erra e Alessandro Caramiello.

“Ancora una volta la politica vera – hanno continuato - quella che si concretizza con azioni che hanno come unico fine lo sviluppo del territorio, ha avuto la meglio sulla politica delle chiacchiere e degli slogan praticata dal sistema dei vecchi partiti. La battaglia del Movimento 5 Stelle, che ha avuto il suo epilogo in un’interrogazione al Senato depositata l’8 febbraio scorso, ha costretto il Governo a sollecitare i quattro Comuni interessati a risolvere in tempi rapidi i problemi procedurali, rendendo finalmente operativa la Cuc. Sono stati sbloccati così bandi per opere di rilievo strategico, come la riqualificazione di numerose arterie stradali e dello stadio San Ciro, nel Comune di Portici, e presto saranno banditi i lavori altrettanto rilevanti, come il restyling di piazza Troisi a San Giorgio a Cremano. Opere che garantiscono anche una notevole ricaduta occupazionale”.

"Un successo raggiunto grazie all'impegno e all'onestà – conclude la nota - di cittadini il cui obiettivo era quello di non perdere un'opportunità, come la Cuc, che consente una più efficace funzione di controllo degli appalti pubblici contro il pericolo di episodi di corruzione, un notevole risparmio per le casse dei quattro comuni coinvolti nella stazione unica appaltante, oltre a garantire l'investimento di fondi spesso tornati al mittente per ritardi e cattiva gestione”.

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