Un’auto parcheggiata sul marciapiedi nel 1984, quattro auto parcheggiate sempre sul marciapiedi oggi. E’ questa forse l’immagine più triste che salta agli occhi guardando queste due fotografie, scattate nello stesso posto, stesso giorno, a distanza di trent’anni.

Nel giorno dell’anniversario della strage di Sant’Alessandro, uno dei maggiori episodi di cronaca della nostra terra, quelle auto danno il senso di una realtà ferma, immobile. Quelle auto fanno pensare a cosa questa città poteva diventare, se solo avesse avuto una classe politica migliore e dei cittadini più sensibili alla cosa pubblica.


La strage di Sant´Alessandro raccontata nel film "Fortapasc" di Marco Risi.

La strage di Sant’Alessandro (otto morti e sette feriti) si incastra perfettamente, nella sua tragicità, nella cornice drammatica che avvolgeva Torre Annunziata negli anni ’80: le ferite del terremoto, amministratori corrotti, la deindustrializzazione, il contrabbando, la droga, l’illegalità dilagante, la tangentopoli oplontina e lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Poi, la svolta (o quasi): l’elezione di Cucolo del 1995 e un primo segnale di riscatto che dura purtroppo solo un paio d’anni. Tentativi troppo timidi di voltare pagina vengono subito risucchiati dai compromessi al ribasso firmati da una classe politica piccola e provinciale. Salti della quaglia e cambi di casacca hanno poi determinato perdita di valori, disaffezione e mancanza di prospettiva. E la città, anziché trasformarsi, emergere, ha continuato a galleggiare.

Passano gli anni e anche con l’elezione di Starita la musica non cambia. L’entusiasmo derivato dall’elezione del giovane sindaco dal ciuffo kennedyano (come lo definì il professore Salvatore Prisco) subito rientra. In questo caso anche in maniera più rapida rispetto all’esperienza Cucolo. Le risposte alla domanda di lavoro non arrivano, la disoccupazione tocca percentuali critiche e l’unica industria che funziona è quella della camorra. Cocaina, haschich e marijuana si vendono a cielo aperto, anche in pieno giorno, da nord a sud l’intera città è una grande piazza di spaccio. Torre Annunziata, insieme a Scampia e Casal di Principe, forma il triangolo della droga in Campania.

Ad invertire la rotta non ci pensa la politica, ma le forze dell’ordine: nel 2008 inizia una sequenza di arresti impressionante. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza si danno il cambio ed eseguono centinaia e centinaia di arresti. I clan vengono decimati, i latitanti scovati.

Purtroppo dalla politica nessuna risposta strutturale. Lido Santa Lucia, Porto, Bretella di collegamento, Polo Nautico, Cittadella Giudiziaria, Area Tecnotubi, tutti progetti che, dopo decenni, sono ancora sulla carta. Uguali compromessi al ribasso e, cosa più grave, stessi protagonisti hanno determinato una stagnazione totale.

Cambia solo il Re, ma la corte è sempre la stessa. Prima uniti, poi divisi, poi di nuovo uniti. Fingono di litigare, ma poi si ritrovano uno accanto all’altro. Proprio come quelle auto parcheggiate sul marciapiedi. Nel posto sbagliato, in attesa del carroattrezzi che le porti via…

Catello Germano