Chi ha 40 anni e vive ancora con i genitori perché non trova lavoro non può, con violenza, pretendere da loro anche di ricevere la ´paghetta´ per le spese extra, non comprese nell´ordinario mantenimento di vitto alloggio. Lo sottolinea la Cassazione confermando la condanna a due anni e quattro mesi di reclusione nei confronti di Tommaso M., un quarantenne napoletano, senza lavoro, che viveva con i genitori e pretendeva da loro i soldi per divertirsi.
Davanti alle resistenze dei genitori, non aveva esitato a picchiare l´anziana madre. Condannato per maltrattamenti in famiglia, lesioni in danno della madre e tentata estorsione, Tommaso ha protestato in Cassazione sostenendo che era "legittima" la sua pretesa "di ricevere denaro dai genitori, considerato che era privo di lavoro e, per lo stretto legame di parentela, aveva titolo per ottenere un contributo da parte dei genitori stessi". Ma la Cassazione gli ha risposto che "pur essendo pacifico il principio che l´obbligo dei genitori di concorrere al mantenimento dei figli non cessa con il compimento della maggiore età ma perdura finché il genitore non dia la prova che il figlio è indipendente economicamente", rileva che in questo caso "le somme richieste con modalità violente" non servivano per il mantenimento di Tommaso. Che, dunque, va condannato perché non è "legittimo" pretendere ´il di piu´´ per andare a divertirsi. E´ stata così confermata la sentenza emessa lo scorso 22 aprile dalla Corte di appello di Napoli.