Il centro studi storici Nicolò d’Alagno e Mons. Raffaele Russo, parroco rettore della Basilica Pontificia di Maria SS. Della Neve, hanno celebrato insieme il 108° anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1906, e hanno ricordato ai cittadini partecipanti il miracolo ricevuto dalla Madonna della Neve. La messa commemorativa che ha aperto l’evento era volta anche a celebrare il 60° anniversario dell’erezione della Parrocchia di A.G.P a santuario mariano diocesano.”L’8 aprile è una data importante per Torre Annunziata- dice Mons. Russo- bisogna liberare il popolo in crisi così come la Madonna liberò i torresi dal flagello del Vesuvio”conclude. Anche l’assessore alle politiche sociali, Felice Izzo, è intervenuto all’incontro, parlando del forte senso d’identità che caratterizza i cittadini torresi. Questo senso d’identità, diverso da quello di appartenenza, a Torre Annunziata è moltiplicato dal valore religioso, ed è tenuto saldo da quel filo che lega i cittadini, la Madonna e il Vesuvio. La parola è passata poi a Vincenzo Marasco, presidente del Centro Studi D’Alagno, che ha raccontato la storia del Vesuvio tramite fotografie inedite tratte dall’archivio -raccolta Marasco. Queste incredibili testimonianze ci dimostrano che prima del 1906 il Vesuvio si svegliava sporadicamente. La grande eruzione ha inizio il 26 marzo, fino ad arrivare al 7 aprile, quando il flusso lavico raggiunge Boscotrecase. Qui, qualcuno pensò bene di portare in processione la statua di Sant’Anna, infatti la lava sembrò fermarsi. Ma alle 00.30 dell’8 aprile, un terremoto segnò il collasso del cratere. Ottaviano, San Giuseppe e altri paesi del Sud-Est vesuviano furono distrutti, Torre annunziata fu raggiunta dalla lava solo nel pomeriggio di quel giorno di fuoco, quella domenica delle palme. Spontaneo fu l’assalto dei torresi alla chiesa per prelevare il quadro della Madonna, che infatti fermò il flusso lavico davanti il cimitero. Questo momento emblematico è stato ritratto da una reliquia fotografica ritrovata nella raccolta della regina Elena di Savoia che è stata molto vicina alle popolazioni devastate. Alla fine dell’eruzione (21 aprile) la situazione era terrificante e in tutto i morti sono stati 216. Tra questi nessun torrese. La commemorazione si è conclusa con la visione di un suggestivo filmato girato dal cinematore Raffaele Luigi Monaco nel 1956, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’eruzione, sotto le lacrime di commozione e gli applausi dei presenti.

Francesca Gara