8 aprile 1906: ricordo di un giorno di fuoco
09-04-2014 - Archivio Storico de Lo Strillone
Il centro studi storici Nicolò dAlagno e Mons. Raffaele Russo, parroco rettore della Basilica Pontificia di Maria SS. Della Neve, hanno celebrato insieme il 108° anniversario delleruzione del Vesuvio del 1906, e hanno ricordato ai cittadini partecipanti il miracolo ricevuto dalla Madonna della Neve. La messa commemorativa che ha aperto levento era volta anche a celebrare il 60° anniversario dellerezione della Parrocchia di A.G.P a santuario mariano diocesano.L8 aprile è una data importante per Torre Annunziata- dice Mons. Russo- bisogna liberare il popolo in crisi così come la Madonna liberò i torresi dal flagello del Vesuvioconclude. Anche lassessore alle politiche sociali, Felice Izzo, è intervenuto allincontro, parlando del forte senso didentità che caratterizza i cittadini torresi. Questo senso didentità, diverso da quello di appartenenza, a Torre Annunziata è moltiplicato dal valore religioso, ed è tenuto saldo da quel filo che lega i cittadini, la Madonna e il Vesuvio. La parola è passata poi a Vincenzo Marasco, presidente del Centro Studi DAlagno, che ha raccontato la storia del Vesuvio tramite fotografie inedite tratte dallarchivio -raccolta Marasco. Queste incredibili testimonianze ci dimostrano che prima del 1906 il Vesuvio si svegliava sporadicamente. La grande eruzione ha inizio il 26 marzo, fino ad arrivare al 7 aprile, quando il flusso lavico raggiunge Boscotrecase. Qui, qualcuno pensò bene di portare in processione la statua di SantAnna, infatti la lava sembrò fermarsi. Ma alle 00.30 dell8 aprile, un terremoto segnò il collasso del cratere. Ottaviano, San Giuseppe e altri paesi del Sud-Est vesuviano furono distrutti, Torre annunziata fu raggiunta dalla lava solo nel pomeriggio di quel giorno di fuoco, quella domenica delle palme. Spontaneo fu lassalto dei torresi alla chiesa per prelevare il quadro della Madonna, che infatti fermò il flusso lavico davanti il cimitero. Questo momento emblematico è stato ritratto da una reliquia fotografica ritrovata nella raccolta della regina Elena di Savoia che è stata molto vicina alle popolazioni devastate. Alla fine delleruzione (21 aprile) la situazione era terrificante e in tutto i morti sono stati 216. Tra questi nessun torrese. La commemorazione si è conclusa con la visione di un suggestivo filmato girato dal cinematore Raffaele Luigi Monaco nel 1956, in occasione del cinquantesimo anniversario delleruzione, sotto le lacrime di commozione e gli applausi dei presenti.
Francesca Gara
Francesca Gara