Il popolo della tammorra ha trovato il suo luogo di incontro, di cultura e di dibattito. Marra diventa dal 19 al 21 giugno l’ombellico del mondo della tammorriata, universo affascinante che produce e rigenera la voglia di vita, che accarezza e tutela il bisogno di futuro intristicabilmente legato a quello di passato che lungi dall’essere lontano! Passato che non è un’idea anacronistica di ciò che è stato e che sicuramente non potrà mai più essere perché diverso è il mondo e diversi sono i pensieri di chi lo abita questo mondo. Quello che si celebra è il passato che diventa, ogni volta che lo si nomina, il simbolo di un’identità che non deve perdersi tra i rumori della modernità; il passato che diviene monito e specchio in cui ognuno, almeno una volta, prova a guardarsi a ritrovarsi e a ritrovare l’idea stessa di appartenenza. Il simbolo dell’appartenenza di questo popolo che tanto ha dato e che ancora tanto ha da dare è la tammorra, è il suono e sono le voci e sono le movenze che da esse nascono e si spandono; è la gente che si riconosce e che sa di quanta ricchezza è fatto questo universo che era dei poveri e dei contadini e che oggi è anelato da accademici e illustri pensatori! Ritorna Terra e Tammorre nel luogo che della tammorriata è la culla, Marra e le sue tradizioni, Marra e il suono che ha accompagnato i pensieri e i giorni e la vita della sua gente.
Secondo appuntamento per il festival che si propone di omaggiare la tammorra con una tre giorni interamente dedicata al canto e alla danza su tamburo campano. Dopo il successo della scorsa edizione questa si presenta ancora più ricca di appuntamenti e di iniziative. Nuovo lo stage di danza e di tammorra che si terrà nei tre giorni di musica, nuovi i patrocini dei Comuni che hanno riconosciuto il valore culturale dell’iniziativa, un’ulteriore merito di questa manifestazione è infatti l’essere riuscita ad unire due province quella di Napoli e quella di Salerno entrambe con un grosso, grossissimo patrimonio culturale che trovano un punto di unione che diventa osmotico proprio nella cittadina di Marra a cavallo tra Napoli e Salerno; quest’anno Marra: Terra e Tammorre gode del patrocino dei Comuni di Boscoreale e di Scafati, senza contare i contributi del Parco Nazionale del Vesuvio e del Tess oltre ad altri importanti sponsor.
Nuove sono anche le immagini scelte per invitare la gente alla kermesse, in questa seconda edizione è il futuro ad essere in primo piano, il futuro che ha il volto di un giovane che suona la sua tammorra e si gira per guardarsi indietro, quasi a voler sottolineare che non si rompe il filo con il passato, quasi a voler dire che non può esistere un futuro che prescinde dal passato. Tra gli ospiti musicali grandi personalità della musica popolare campana, si inizia venerdì 19 con I Vecchi Leoni della vera Tamburriata Giuglianese di Peppino di Febbraio, la vita che esprime la sua forza attraverso le movenze che seguono il suono ipnotico del “scisco” il flauto che accompagna il tamburo e che crea una melodia unica in tutta la zona che della tammorriata è terra. Segue la piccola compagnia di musica popolare I Picarielli, giovani e promettenti, giovani e con la voglia di fare e fare bene quello che la musica e il passato e il desiderio di assaporarlo ancora genera nei loro pensieri.
20 giugno all’insegna della maestria, punta di diamante della kermesse, ospite unico della serata Simone Carotenuto (nella foto) e i Tammorrari del Vesuvio, il gruppo folk che meglio di chiunque rappresenta il presente tra passato e futuro. Simone Carotenuto è attualmente considerato uno dei migliori esecutori del canto a fronna e da due anni lavora al progetto di proporre al grande pubblico la tammorriata, o meglio il suono del tamburo campano, dalle origini e dalla tradizione assoluta fino alle nuove riproposizioni e contaminazioni musicali che tanto incuriosiscono e affascinano gli appassionati.
Si chiude domenica 21 con I Rotumbè, compagnia di musica etnica dal Cilento con ospite la voce della tammorriata di Pagani Biagio de Prisco detto Biagino, la giovinezza che canta la tradizione purissima e incanta e affascina come pochi hanno potere di fare.