GRAZIE MAZZARRI - Quattro stagioni ad alto livello. Una Coppa Italia, due qualificazioni in Champions, due in Europa League. Tante soddisfazioni in Italia e in Europa che portano la sua firma. Mazzarri ritiene "concluso il suo ciclo a Napoli". Il popolo azzurro ringrazia. Tante le motivazioni che hanno spinto il tecnico a lasciare. Anzitutto la volontà di cambiare aria, trovare nuovi stimoli, la sensazione di aver dato tutto al Napoli e di aver raggiunto il massimo con il secondo posto dietro la corazzata Juve centrando quota 79 punti (record della storia del calcio partenopeo). De Laurentiis avrebbe forse potuto tentare di trattenere Mazzarri mettendo sul tavolo un nuovo progetto, nuove garanzie economiche e disponibilità ad accogliere le richieste dell´allenatore. Ma la politica del patron è coerente e condivisibile: porte aperte a chi manifesta il desiderio di lasciare il Napoli. E´ stato così con Lavezzi l´anno scorso, è così con Mazzarri, sarà probabilmente così anche con Cavani, salvo colpi di scena.

TANTE QUALITA´, POCHI LIMITI - Con l´addio di Mazzarri il Napoli perde il principale artefice dei successi degli ultimi anni. Sin dalla prima gara sulla panchina azzurra il livornese ha saputo infondere la mentalità giusta. Grazie a lui il Napoli è una squadra che non molla mai, che sa imporsi sia in casa sia in trasferta. Consapevolezza, compattezza, forza del gruppo, tanta esperienza, coesione. Doti psicologiche che pochi tecnici riescono a imprimere come Mazzarri. Sul piano tecnico tanti accorgimenti importanti: l´avanzamento di Hamsik sulla trequarti con maggiore libertà d´azione dello slovacco, la rivoluzione offensiva determinata dall´assenza di Lavezzi, quindi la valorizzazione delle doti tecniche di Pandev, l´esplosione del bomber Cavani, fuoriclasse che deve molto agli automatismi d´attacco che il tecnico ha costruito negli ultimi anni. Solidità difensiva e velocità sulle fasce: un mix virtuoso che ha portato il Napoli ai vertici del calcio italiano. Pochi i limiti: tre su tutti, quello dei ´titolarissimi´ a cui forse si affezionava troppo, quello dello scarso utilizzo dei giocatori più giovani, l´attaccamento irriducibile al modulo 3-4-2-1. Ma poco importa: i risultati danno ragione a lui e Napoli non può che ringraziare.

IL FUTURO - Dopo 4 anni di lavoro in cui Mazzarri ha preso quasi sempre parte anche all´allestimento della squadra e ai movimenti di mercato, quello di oggi è quindi un Napoli che si trova costretto a reinventarsi. C´è la Champions, e c´è il campionato, in cui il Napoli non può rinunciare a lottare per i primissimi posti. De Laurentiis questo lo sa. Se sul fronte mercato il presidente non può non reinvestire parte dei guadagni nell´acquisto di giocatori d´alto livello, sul fronte della panchina serve un tecnico esperto. Benitez può essere il nome giusto. Secondo le ultime indiscrezioni il ds Bigon avrebbe pranzato a Londra con l´allenatore spagnolo fresco di trionfo in Europa League col Chelsea. Le altre piste calde portano a Di Matteo e Guidolin, ma tutto è ancora da definire. Il tempo però stringe: il nome del nuovo tecnico (che sarà comunicato anche via twitter da DeLa) sarà reso noto nel giro di poche settimane.

Roberto Scognamiglio