Ieri, 21 marzo, in occasione della XVII Giornata della Memoria e dell´Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, la scuola di teatro “La Bazzarra”, impegnata dal 1991 in attività culturali e sociali, ha portato in scena al liceo “Pitagora” di Torre Annunziata lo spettacolo
“Cantata per la Festa dei Bambini Morti di Mafia” tratto dal testo di Luciano Violante con l’adattamento drammaturgico e la regia di Gigi Di Luca. Lo spettacolo, interpretato dagli allievi della scuola di teatro, è stato messo in scena di mattina per gli studenti della scuola superiore ospitante, e di nuovo alle ore 18.00 per tutti i cittadini che vi hanno voluto prendere parte.
Il comune di Torre Annunziata ha scelto di ricordare le vittime innocenti della camorra con questo toccante spettacolo soprattutto per sensibilizzare i ragazzi su una realtà così vicina a loro, in modo che proprio loro siano artefici di un cambiamento, e ha voluto fortemente una collaborazione con la Bazzarra per la sua ventennale ed instancabile attività sul territorio volta proprio allo sviluppo dello spirito critico ed alla sensibilizzazione su tematiche così delicate e drammatiche.
Il punto di vista de La Cantata per la festa dei bambini morti di mafia, è quello delle vittime della malavita organizzata, che osservano le vicende terrene avvelenate dal crimine, dall’omertà e dall´inerzia morale, da un loro "aldilà". Tra questa folla di uccisi, stanno i bambini vittime della mafia.
Vittime inconsapevoli di un sistema che scardina la base del pacifico vivere comune, disseminandolo di sangue innocente e paura. E per loro, la pietà e la tenerezza degli adulti, danno vita ad una festa fatta di sostegno e di speranza.
La piaga che prende il nome di mafia si rivela qui nella sua essenza di offesa all´umanità.
La messa in scena di totale coralità, tocca più piani narrativi: parola, musica e immagini, si fondono e si contrappongono in una sola partitura musicale. Un solo canto a più voci che si sposta dalla poesia alla denuncia, dal reale al surreale, dalla morte alla vita.
Ed è proprio la vita, nel più ampio significato, protagonista di questo spettacolo; la vita, con il gioco, il ballo, la festa popolare, la partitella di pallone, simboli di una esistenza distrutta, non vissuta, di un’infanzia negata.
Non è la morte che si racconta ma la vita e il desiderio di viverla intensamente.