Due mesi fa, alla vigilia della festa dell’Immacolata, un albero cadde sulla linea della circumvesuviana. La colpa fu attribuita a due giovani e il caso archiviato come un atto vandalico. Invece la realtà è diversa ed il grave incidente di ieri è li a dimostrare quello che esperti e geologi affermano da mesi: il fenomeno del dissesto idrogeologico è stato sottovalutato. Ma veniamo ai fatti. Intorno alle quattordici di ieri pomeriggio un pino di oltre quattro metri d’altezza si abbatte sulla linea elettrica aerea che alimenta i treni della Circum, tranciandola, per poi impattare violentemente contro il treno Napoli - Sorrento che viaggia a sessanta chilometri orari nel tratto ferroviario di Castellammare Terme. La cabina di guida del convoglio viene tranciata a metà e per il macchinista Raffaele Borriello, cinquantasei anni di Trecase, e il capotreno Giovanni Amato, cinquantacinquenne originario di Napoli, la collisione è inevitabile. I due dipendenti della Circum saranno i primi ad essere soccorsi. Gravi le loro condizioni; Amato ha riportato un grave politrauma con ripercussioni sulla milza e sospetto perforamento. Viene ricoverato con urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare dove è stato poi sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Prognosi riservata anche per Borriello di Trecase, i medici hanno riscontrato una frattura al bacino e disposto il trasferimento in elicottero presso il ‘trauma center’ del Cardarelli di Napoli. Un’indagine interna è stata avviata anche dalla Circumvesuviana per cercare di capire perché quel tratto di linea non sia stato messo in sicurezza o monitorato dalle autorità competenti. Ma c’è anche chi, da parte sindacale, punta il dito contro la sicurezza dei convogli.