Arriva poco dopo la mezzanotte la sentenza d´appello per il processo "Alta Marea" dove sono imputati boss, affiliati, gregari e esponenti vari del clan Gionta, dei Fransuà e dei "Quaglia Quaglia" di Torre Annunziata. Una camera di consiglio fiume, durata circa dieci ore, ma che alla fine ha emesso una sentenza più dura del verdetto del GUP del Tribunale di Napoli del dicembre 2010.
I giudici della VI sezione penale della Corte d´Appello di Napoli hanno confermato quasi per intero la sentenza di primo grado, modificandola solo in pochi casi con aumenti e sconti di pena.

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Pasquale Gionta passa dai 20 anni di reclusione del primo grado ai 20 anni e 6 mesi, Gennaro Longobardi da 18 a 19 anni e Aldo Matrone da 13 anni e 10 mesi a 14 anni e 4 mesi. Aumento di pena anche per Liberato Guarro che dai 10 anni di reclusione decretati dal Gup, passa a 14 anni.
Quasi tutti i reggenti che si sono alternati alla guida del clan Gionta hanno incassato, oltre alla reclusione, anche 1 e 3 anni di libertà vigilata.
Capovolta la sentenza di primo grado per Giuseppe Di Ronza, Maurizio Nasto e Luigi Arcobelli che, assolti dal GUP, hanno incassato 7 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno. Anche Francesco Ieni e Nunzio Facciuto, assolti in primo grado, dovranno scontare, il primo 6 anni, il secondo 6 anni e 8 mesi. Per loro due i giudici hanno disposto anche il pagamento di una multa di 40 mila euro per Ieni e 30 mila euro per Facciuto.
Sconto di pena per i due pentiti Aniello Nasto e Vincenzo Saurro: il primo passa da 7 a 5 anni di carcere, il secondo invece da 4 anni e 8 mesi a 3 anni e 4 mesi.
Confermate tutte le altre assoluzioni del primo grado.
Catello Germano

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