Amarcord Savoia: Scarpa, Barbera e quei...maledetti "undici metri"
09-10-2013 - Archivio Storico de Lo Strillone
Un brivido ha percorso la mia schiena quando Francesco Scarpa, torrese ed ultras del Savoia, ha spedito sulle montagnelle il primo dei due rigori concessi dallarbitro domenica scorsa contro la Cavese.
Il brivido era dovuto non solo alloccasione mancata di un immediato pareggio contro gli aquilotti del rissoso Chietti, quanto ad un precedente capitato ad un altro torrese, Toni Barbera, nella partita purtroppo persa, quella sì, contro laltra rivale storica del Savoia, la Nocerina nel campionato 96/97, seconda stagione dellera Moxedano.
Quello era lanno in cui i due fratelli di Mugnano si giocarono la carta che stava in testa a loro, quella di portare il Savoia a Napoli e di farlo diventare la seconda squadra napoletana, cosa non riuscita nemmeno allInternapoli del commendatore Proto che pure aveva alle spalle un quartiere di Napoli grande come una città, il Vomero, ed uno stadio, il Collana, tutto suo e monumento cittadino perché aveva visto le gesta di Vinicio, Pesaola, Amadei.
La squadra messa su era di tutto rispetto ma non aveva il campo ed allora trasferimento al San Paolo in uno stadio abituato a contenere più di cinquantamila spettatori in cui i duemila e cinquecento che, con tanti sacrifici, si portavano da Torre scomparivano nei distinti.
Quellanno la squadra partì fortissimo e il canto dei tifosi Voleremo in B, voleremo in B sembrava quanto mai azzeccato.
A metà del girone dandata però avvenne il fattaccio, concretizzatosi in un rigore sbagliato appunto da Barbera contro la Nocerina. Con quel rigore la squadra perse di incisività e permise alla Nocerina, guidata da un superbo Battaglia, di superarla grazie a due rigori, generosamente concessi dallarbitro ed anche al fatto che la squadra doveva rimanere in dieci per lespulsione del portiere Morrone, altro grande pipelet dal carattere bizzoso.
Un rigore quello, un rigore questo; una squadra acerrima rivale quella, una squadra acerrima rivale questa!
Ce nera proprio di che spaventarsi.
Fortunatamente le cose sono state rimesse a posto dal secondo rigore concesso al Savoia e realizzato dallo stesso Scarpa, (ma quanta paura anche su questo).
Il resto lha fatto lo stesso Scarpa quando, liberatosi dal peso del rigore sbagliato si è reso protagonista di quello splendido slalom che ha portato al secondo gol.
Anche altri aneddoti sono da ascrivere alle due partire: allora un ex alla rovescia (Battaglia che doveva diventare, purtroppo solo per qualche giornata, un beniamino dei tifosi torresi: memorabile la partita da lui giocata in B contro lEmpoli al Giraud, praticamente vinta da solo), adesso un ex vero come De Rosa che doveva dimostrare a Torre tutta la sua classe, spina nel fianco della difesa dei bianchi e vessillifero della squadra cavese.
Speriamo che il parallelismo si fermi qui, perché quella squadra in cui militavano giocatori del calibro di Carruezzo, De Rosa, Porchia, DAntimi, Ambrosino ed il purosangue Marasco ed era allenata da quel DArrigo che in amichevole, quando era al Pontedera, si era permesso addirittura di battere la Nazionale di Arrigo Sacchi, alla fine del campionato doveva soccombere nella finale play off con lAncona allOlimpico di Roma.
Ma quella di questanno sembra non meno forte e soprattutto proiettata quanto mai alla vincita del suo campionato (che non è di C) e vede poche squadre in grado di metterle il bastone tra le ruote.
Si faccia solo tesoro dei passati avvenimenti per restare quanto mai coi piedi per terra, perché le insidie comunque sono sempre tante, a partire dalla consistenza di compagini, come lOrlandina, appena quattro punti sotto ma soprattutto che hanno nellagonismo e nella fierezza le loro armi migliori.
Gaetano Piro
Il brivido era dovuto non solo alloccasione mancata di un immediato pareggio contro gli aquilotti del rissoso Chietti, quanto ad un precedente capitato ad un altro torrese, Toni Barbera, nella partita purtroppo persa, quella sì, contro laltra rivale storica del Savoia, la Nocerina nel campionato 96/97, seconda stagione dellera Moxedano.
Quello era lanno in cui i due fratelli di Mugnano si giocarono la carta che stava in testa a loro, quella di portare il Savoia a Napoli e di farlo diventare la seconda squadra napoletana, cosa non riuscita nemmeno allInternapoli del commendatore Proto che pure aveva alle spalle un quartiere di Napoli grande come una città, il Vomero, ed uno stadio, il Collana, tutto suo e monumento cittadino perché aveva visto le gesta di Vinicio, Pesaola, Amadei.
La squadra messa su era di tutto rispetto ma non aveva il campo ed allora trasferimento al San Paolo in uno stadio abituato a contenere più di cinquantamila spettatori in cui i duemila e cinquecento che, con tanti sacrifici, si portavano da Torre scomparivano nei distinti.
Quellanno la squadra partì fortissimo e il canto dei tifosi Voleremo in B, voleremo in B sembrava quanto mai azzeccato.
A metà del girone dandata però avvenne il fattaccio, concretizzatosi in un rigore sbagliato appunto da Barbera contro la Nocerina. Con quel rigore la squadra perse di incisività e permise alla Nocerina, guidata da un superbo Battaglia, di superarla grazie a due rigori, generosamente concessi dallarbitro ed anche al fatto che la squadra doveva rimanere in dieci per lespulsione del portiere Morrone, altro grande pipelet dal carattere bizzoso.
Un rigore quello, un rigore questo; una squadra acerrima rivale quella, una squadra acerrima rivale questa!
Ce nera proprio di che spaventarsi.
Fortunatamente le cose sono state rimesse a posto dal secondo rigore concesso al Savoia e realizzato dallo stesso Scarpa, (ma quanta paura anche su questo).
Il resto lha fatto lo stesso Scarpa quando, liberatosi dal peso del rigore sbagliato si è reso protagonista di quello splendido slalom che ha portato al secondo gol.
Anche altri aneddoti sono da ascrivere alle due partire: allora un ex alla rovescia (Battaglia che doveva diventare, purtroppo solo per qualche giornata, un beniamino dei tifosi torresi: memorabile la partita da lui giocata in B contro lEmpoli al Giraud, praticamente vinta da solo), adesso un ex vero come De Rosa che doveva dimostrare a Torre tutta la sua classe, spina nel fianco della difesa dei bianchi e vessillifero della squadra cavese.
Speriamo che il parallelismo si fermi qui, perché quella squadra in cui militavano giocatori del calibro di Carruezzo, De Rosa, Porchia, DAntimi, Ambrosino ed il purosangue Marasco ed era allenata da quel DArrigo che in amichevole, quando era al Pontedera, si era permesso addirittura di battere la Nazionale di Arrigo Sacchi, alla fine del campionato doveva soccombere nella finale play off con lAncona allOlimpico di Roma.
Ma quella di questanno sembra non meno forte e soprattutto proiettata quanto mai alla vincita del suo campionato (che non è di C) e vede poche squadre in grado di metterle il bastone tra le ruote.
Si faccia solo tesoro dei passati avvenimenti per restare quanto mai coi piedi per terra, perché le insidie comunque sono sempre tante, a partire dalla consistenza di compagini, come lOrlandina, appena quattro punti sotto ma soprattutto che hanno nellagonismo e nella fierezza le loro armi migliori.
Gaetano Piro