Il Caffè letterario ha ospitato Francesco Bove, un giovane di Pompei che con coraggio e passione ha inscenato “La mia coscienza è un flusso”, scritto ed interpretato da lui medesimo.
Avvalendosi di una scenografia scarna e qualche musica, ha lasciato urlare e a tratti farfugliare la sua giovane anima perplessa, dubbiosa, ferita ma nonostante tutto sognante. Un’invettiva contro l’ottusità, la superficialità, gli schemi precostituiti.
Una performance tragicomica al sua, rappresentazione realistica di uno status emotivo generalizzato, frutto di un violento e profondo contrasto tra ideale e reale, che riserva ai sogni impercettibili margini di spazio.
A risentirne, vacillando pericolosamente, è l’equilibrio emotivo degli esseri umani, che infondo, anche se talvolta inconsapevoli, necessitano di uno spazio silenzioso ed onirico. Scussa direttamente se stesso e “gli altri”, tutti artefici di una dimensione disumana, che ci risucchia e ci sfinisce, senza che opponiamo resistenza.
La poesia, la bellezza e l’amore occupano un posto preferenziale nella coscienza di Francesco, che si aggrappa a questi valori come ad un ancora.
Improvvisazione, possibilità di dare voce a tutte le voci. Questo ed altro è riuscita a fare l’associazione culturale nata da un’utopia.
E dopo il teatro, l’arte: stasera infatti sarà inaugurata la mostra pittorica di Enrico Manca, torrese ma residente a Scafati, che con giochi di luce e colore ha dato vita ad una serie di interessanti lavori. La mostra resterà in esposizione fino al 30 Maggio.