Consiglio comunale quasi monotematico quello che si è svolto stamattina a Palazzo Criscuolo. Il dibattito, dopo la votazione passata a maggioranza sul nuovo statuto, si è focalizzato sul terzo punto all’ordine del giorno che ha tenuto banco per l’intera mattinata: “riconoscimento legittimità in debitoria del canone di locazione non corrisposta”. In sostanza, i consiglieri comunali hanno discusso e votato il debito prodotto dall’occupazione, non regolarizzata da un contratto, di alcuni spazi privati adibiti ad archivio del tribunale.

La storia risale al 2011 quando furono individuati locali più idonei per ospitare i faldoni del palazzo di giustizia che fino ad allora giacevano in spazi inappropriati nei depositi dello stadio Giraud. In una prima fase fu regolarizzato il rapporto tra l’ente oplontino ed i privati per 4 mesi mai più rinnovato. Da ottobre 2011 ad oggi il comune ha continuato ad occupare i locali senza alcun tipo di contratto, non riconoscendo il legittimo canone di locazione. Nel corso degli anni si sono susseguiti diversi tentativi per risolvere la questione mai andati a buon fine che è andata avanti per le vie legali. La magistratura ha dato ragione ai proprietari dello stabile e portato l’ente ad una situazione debitoria di circa 320 mila euro.

“Una parte considerevole di quel debito, tra i 60 ed i 70 mila euro, potevano essere risparmiati”, ha affermato Ricciardi, del PD. “Per questo motivo, chiedo alla presidenza del consiglio di individuare le responsabilità su coloro a cui spettava formulare il contratto e non l’hanno fatto. C’è anche un problema delle responsabilità politiche degli assessori dell’epoca. Adesso l’amministrazione deve valutare il recupero di immobili di proprietà ma inutilizzati e riconvertirli per questo scopo”.
Un coro unanime di polemiche e di richiesta di chiarimenti sono stati indirizzati al dirigente Nunzio Ariano, che oggi svolgeva anche funzioni di segretario generale in sostituzione della Carmosino. Al dibattito sulla questione hanno preso parte solo elementi della maggioranza, perché l’opposizione ha lasciato i banchi del consiglio. “Ho abbandonato l’aula – ha detto Izzo – perché i debiti fuori bilancio o quelli particolari senza sentenza, come quelli di stamattina, devono essere preceduti dalla discussione in commissione”.

“Chi doveva stipulare quel contratto e non l’ha fatto? Quale procedura ha spinto ad individuare quei locali? Perché non è stato liberato l’immobile quando è stato chiesto?”, sono alcune degli interrogativi che ha sollevato Vitiello, di Nuovo Centro. Per il consigliere Donadio “occorre mandare gli atti alla magistratura ordinaria, non solo a quella contabile, affinché si individuino le responsabilità”.

In una vicenda torbida dai risvolti sconcertanti, a pagare saranno ancora una volta i cittadini. Anche l’assessore dell’epoca Giuseppe Auricchio, ex funzionario di polizia ed uomo di fiducia di Starita, è stato vago sulla descrizione dei motivi che hanno impedito la stipula del contratto nel settembre 2011. “Nel corso della vicenda – ha detto l’ex assessore Auricchio – ci sono stati diversi tentativi di risolvere la questione. Non ricordo con precisione gli eventi, dovrei riprendere gli atti che sono stati prodotti”. “Occorre istituire una commissione ad hoc che si occupi dei debiti fuori bilancio perché non possiamo arrivare all’ultimo giorno per venirne a conoscenza ed analizzarli”, ha proposto il consigliere Roviello.

“Sulle responsabilità, saranno carico dei dirigenti se hanno sbagliato”, ha risposto Ariano. “L’80% della sorta capitale del debito sarà trasferito dal Ministero della Giustizia, ma l’altra parte, compresi gli interessi, vanno addebitati ai dirigenti se ritenuti colpevoli”.


Raffaele Perrotta