Ruotava attorno alla mente imprenditoriale di Renato Grasso l’impero della camorra sequestrato questa mattina su ordinanza della direzione distrettuale antimafia di Napoli dal comando provinciale della guardia di finanza. 29 ordinanze di custodia cautelare colpiti camorristi, mafiosi e imprenditori collusi, accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, truffa ai danni dello Stato, riciclaggio di denaro sporco, corruzione di pubblici ufficiali. Sequestrati in 13 città d’Italia beni e valori per oltre 150 milioni di euro. Camorra e Cosa Nostra assieme, i casalesi assieme al clan Misso, alla nuova mafia flegrea, alla famiglia Mazzarella e al siciliano Antonio Padovani affiliato al clan Madonia di Cosa nostra, avevano creato una rete di controllo e gestione di sale Bingo, società e ditte individuali che operavano tutte nel settore delle scommesse pubbliche, in tutto il territorio nazionale. Sin dagli inizi degli anni novanta Renato Grasso è stato coinvolto in inchieste per legami con clan della camorra, era lui secondo gli investigatori a gestire l’ingente flusso di denaro proveniente da attività illecite.
Intanto questa mattina gli uomini della direzione investigativa antimafia hanno condotto un’operazione che ha portato all’arresto di 17 persone, ritenute appartenenti al clan capeggiato da Antonio Giuliano, soprannominato “o Savariello”, attivo nei comuni di Poggiomarino, Terzigno, Trecase e Scafati e al sequestro di attività commerciali per un valore superiore a dieci milioni di euro. Secondo gli investigatori i destinatari delle ordinanze controllavano la vendita di calcestruzzi
per gli appalti pubblici e le costruzioni private nella zona vesuviana. Chi non si rivolgeva a loro per le forniture, politici, imprenditori e anche semplici cittadini, riceveva pesanti ritorsioni.
fonte Videocomunicazioni

GUARDA IL VIDEO