Per mesi si è trasformata in una anonima casalinga, e così è riuscita a girare e "mappare" un paese come Casal di Principe, pattugliato dalla Camorra, senza mai destare un sospetto. E´ Rosaria Russo, 48 anni, agente della squadra mobile di Napoli, che ha collaborato alla cattura di Antonino Iovine, il boss arrestato il 17 novembre scorso, dopo circa 15 anni di latitanza.
Il racconto di una avventura umana ed investigativa raccolto da Conchita Sannino, per Poliziamoderna, parla di una donna di mezza età che si è resa invisibile per potersi infiltrare in mezzo a chi proteggeva ´O Ninno. Erano quatto le insospettabili donne che hanno protetto la primula rossa e Rosaria Russo si e´ lanciata alle calcagna di queste vestali. "Casal di Principe è un paese dove non puoi passare con la stessa auto per due volte in una strada - racconta - In caso contrario sentivamo dalle intercettazioni, sia gente normale sia affiliati al clan, chiedersi: ´Ma quello che è ripassato è il figlio del postino? Ma quella Panda classe A 850 di chi è?´". "Ogni mattina uscivo ed era la nostra inventiva di squadra a decidere dove dirigermi. Oppure un´intercettazione appena più significativa. Un gioco che ovviamente poteva reggere solo se intorno a me c´era una squadra esemplare di colleghi pronti a farmi da ponte, coprirmi le spalle, o intervenire come comprimari di scena per avallare il mio profilo" aggiunge Rosaria. A portare la polizia da Iovine sarà la giovane autista Benedetta Borrata, figlia diciannovenne e incensurata di due genitori ´puliti´, un muratore e una casalinga di Casale, che con l´appoggio di tutta la famiglia era diventata l´assistente e l´autista prediletta dei trasferimenti richiesti dal padrino latitante. Seguendo e intercettando lei per mesi la squadra arriva al boss. E´ una sera di metà novembre, dalla casa dove si pensa sia nascosto Iovine trapela un´urgenza: "quella di trovare un panettone Tre Marie con l´uva passa", il capriccio di un boss a cui nessuno può dire no. Benedetta scende di casa alle undici di sera per acquistare quel dolce al prezzo non modico, soprattutto per un padre operaio monoreddito, di 13 euro. Un dubbio troppo corposo, che convince gli investigatori a tentare l´assalto il giorno dopo. Quando la Mobile fa irruzione nella villa dei Borrata, il superpadrino Iovine non riesce neanche a raggiungere la scala a chiocciola perché Rosaria e gli altri sanno dove andarlo a pescare: avevano già disegnato la mappa approssimativa della masseria. "Avete fatto un colpo che non riusciva a nessuno, vorrei permettermi di offrirvi il caffè", ostenta il boss ormai già ammanettato, diretto in questura. Sarà invece immediatamente trasferito nel carcere di Badu ´e Carros, regime di 41 bis.