Basta clientele e sperperi nella sanità
09-07-2010 - Archivio Storico de Lo Strillone
Laccorpamento delle ASL (d.g. R.C. 505 del 20 marzo 2009 in esecuzione a quanto disposto con L.R.C. n. 16 del 28 novembre 2008) sta generando un impatto problematico nella vita degli enti interessati: sono di assoluto rilievo le ricadute sotto il profilo strategico, organizzativo e degli strumenti gestionali. Ciò in un quadro reso ancora più complesso dai vincoli contabili previsti dal c.d. Piano di Rientro (prot. n. 184/C/2009).
Tuttavia, ad un anno di distanza da questo preannunciato percorso di accorpamento, le ASL costituitesi non sono state capaci di cogliere gli obiettivi sperati, nonostante un notevole dispiegamento di risorse, di investimenti e di supporti professionali.
Inoltre, soprattutto in questultimo periodo, assistiamo al proliferare di incarichi (di Unità Operative Complesse, di Unità Operative Semplici, di coordinamenti e di posizioni organizzative tutte ad personam), che risultano del tutto incongruenti con lazione di contenimento della spesa e concorrono, al contrario, sia ad ulteriori sforamenti di bilancio sia alla crescita dei disavanzi economici-finanziari.
Tali scelte sono lesive degli interessi delle comunità interessate e degli operatori della sanità che pure con pari titolarità ed esperienza potrebbero accedere a tali funzioni attraverso riconoscimenti meritocratici - dopo unattenta valutazione delle risorse interne disponibili e non grazie a scelte clientelari
In tal modo si depauperano i servizi di primaria importanza (DSM, 118, Sert, Emergenza ospedaliera ad es.) ai danni dei cittadini, si mortificano gli operatori, si favoriscono incarichi e carriere, si da luogo alla costruzione di inutili mega-dipartimenti, si moltiplicano gratificanti emolumenti.
Siamo al paradosso!
Mentre vengono invocati tagli e sacrifici si procede ancora allo sperpero del danaro pubblico: bisogna richiamare tutti a comportamenti e a pratiche di rigorosa coerenza, a scelte in linea con i parametri dettati dal Piano di rientro, ad un approccio che sia costruttivo e tenga nel dovuto conto la valutazione del contesto territoriale ed i criteri generali di gestione del sistema.
Va realizzato, allora, un percorso concreto che consenta alle istanze del Governo centrale, del governo regionale e delle aziende di trovare un corretto equilibrio con le istanze sociali e di entrare in sintonia con i valori della razionalizzazione della spesa e della meritocrazia delle risorse umane. A questo deve lavorare una classe dirigente che abbia autorevolezza e competenza - piuttosto che appartenenza avendo un solo obiettivo:coniugare efficienza ed equità per rendere servizi sanitari efficienti e di qualità alla cittadinanza.
I Riformisti per il Mezzogiorno
Tuttavia, ad un anno di distanza da questo preannunciato percorso di accorpamento, le ASL costituitesi non sono state capaci di cogliere gli obiettivi sperati, nonostante un notevole dispiegamento di risorse, di investimenti e di supporti professionali.
Inoltre, soprattutto in questultimo periodo, assistiamo al proliferare di incarichi (di Unità Operative Complesse, di Unità Operative Semplici, di coordinamenti e di posizioni organizzative tutte ad personam), che risultano del tutto incongruenti con lazione di contenimento della spesa e concorrono, al contrario, sia ad ulteriori sforamenti di bilancio sia alla crescita dei disavanzi economici-finanziari.
Tali scelte sono lesive degli interessi delle comunità interessate e degli operatori della sanità che pure con pari titolarità ed esperienza potrebbero accedere a tali funzioni attraverso riconoscimenti meritocratici - dopo unattenta valutazione delle risorse interne disponibili e non grazie a scelte clientelari
In tal modo si depauperano i servizi di primaria importanza (DSM, 118, Sert, Emergenza ospedaliera ad es.) ai danni dei cittadini, si mortificano gli operatori, si favoriscono incarichi e carriere, si da luogo alla costruzione di inutili mega-dipartimenti, si moltiplicano gratificanti emolumenti.
Siamo al paradosso!
Mentre vengono invocati tagli e sacrifici si procede ancora allo sperpero del danaro pubblico: bisogna richiamare tutti a comportamenti e a pratiche di rigorosa coerenza, a scelte in linea con i parametri dettati dal Piano di rientro, ad un approccio che sia costruttivo e tenga nel dovuto conto la valutazione del contesto territoriale ed i criteri generali di gestione del sistema.
Va realizzato, allora, un percorso concreto che consenta alle istanze del Governo centrale, del governo regionale e delle aziende di trovare un corretto equilibrio con le istanze sociali e di entrare in sintonia con i valori della razionalizzazione della spesa e della meritocrazia delle risorse umane. A questo deve lavorare una classe dirigente che abbia autorevolezza e competenza - piuttosto che appartenenza avendo un solo obiettivo:coniugare efficienza ed equità per rendere servizi sanitari efficienti e di qualità alla cittadinanza.
I Riformisti per il Mezzogiorno