Chi pensa che l´inciviltà del "sacchetto selvaggio" sia una caratteristica, esclusiva, degli abitanti della parte storica e periferica della città si sbaglia di grosso. Le foto che vi mostriamo di via Gino Alfani e via Gambardella (e quelle del campo sportivo pubblicate nei giorni scorsi) la dicono lunga e lasciano capire la gravità di questo malcostume imperante, di questa strafottenza verso l´ambiente ed il decoro cittadino, che sono una vera e propria malattia che si è diffusa lungo tutto il corpo di Torre Annunziata, da nord a sud. Che fare di fronte a tutto questo considerando anche l´estensione del fenomeno e l´impotenza, di fatto, di chi dovrebbe istituzionalmente vigilare e beccare in flagranza i trasgressori?
Il danno economico e ambientale prodotto da questi comportamenti è molto elevato considerando le ore di lavoro in più degli operatori ecologici della Multiservizi, costretti a rincorrere e prelevare la monnezza più disparata (da via Pastore a via Schiti, da via Porto a via Gambardella, dal campo sportivo a via Carlo III, da piazza Matteotti a piazza Caraviello) a cui bisogna aggiungere il costo dello smaltimento di rifiuti non differenziati.
Paghiamo un´altissima tassa della spazzatura anche per questo, non solo per alcune imperfezioni e costi eccessivi della Multiservizi che hanno lontana origine.
Quanto costa, inoltre, alla comunità, avere una città perennemente sporca? La vivibilità cittadina è un valore aggiunto di cui si avvantaggiano tutti: proprietari di case, commercianti e professionisti.
A pagare, quindi, è sempre Pantalone e intanto, mentre noi guardiamo la tv, il nostro vicino di casa, o uno sconosciuto in auto che arriva da chissà dove, ci lascia il sacchetto selvaggio fuori al condominio. La mattina dopo ricominceranno le proteste, e il gioco continua. Forse è arrivato il momento che la cittadinanza attiva torrese debba scendere in campo. E´ necessario cominciare a dare un volto ed un nome agli autori di questo scempio quotidiano.

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