Grande successo e straordinaria affermazione per la Compagnia Stabile Assai della Casa di reclusione di Rebibbia che, per iniziativa dell´assessorato alla pubblica istruzione, nell´ambito delle iniziative per le festività natalizie promosse dal Comune, si è esibita stamattina presso l´auditorium dell´Istituto Scolastico Superiore "Cesaro - Vesevus", alla presenza di studenti, operatori scolastici e autorità civili, militari e religiose, mettendo in scena lo spettacolo Bazar.
La Compagnia Stabile Assai, formata da detenuti ergastolani, tra i quali Aniello Falanga di Boscotrecase, e semiliberi che fruiscono di misure premiali, e da ex detenuti, promuove l´attività teatrale come ! strumento di riadattamento e socializzazione, ed è il più grande e antico gruppo teatrale operante all´interno del contesto penitenziario italiano, e si caratterizza per la stesura di testi del tutto inediti dedicati ai grandi temi dell´emarginazione come l´ergastolo, la follia, la questione meridionale e l´integrazione interetnica.
Attraverso il teatro, con l´esperienza della Compagnia Stabile Assai, i detenuti vengono riabilitati alla vita sociale, aiutati a rinascere, a cambiare, dandogli una seconda chance, la possibilità, in un processo di rieducazione, di esprimere le proprie emozioni socializzando, confrontandosi con gli altri e riflettendo su quanto fatto.
Come ha spiegato Antonio Turco, direttore dell´area pedagogica della Casa di reclusione di Rebibbia, e responsabile della compagnia, "L´obiettivo è quello di favorire il reinserimento sociale dei detenuti attraverso la non demonizzazione della realtà carceraria, ma anche è quello di sensibilizzare l´opinione ! pubblica, e in particolare i giovani sui pericoli della devianza e del bullismo, tema a noi molto caro, insegnando loro quanto l´arte e la cultura possano essere individuati quali strumenti di crescita personale".
Gli attori hanno proposto Bazar, uno spettacolo scritto e diretto da Antonio Turco, Cosimo Rega e Sandra Vitolo. Una storia di legami oscuri, tormenti, colpe e segreti che si mescolano. Un luogo dove i destini degli uomini e degli attori si uniscono. Bazar è il "posto" dei ricordi che prendono forma attraverso un oggetto metaforico. Così: una lampada, una batteria, una pistola, un libro contabile o una maglietta, saranno per Cosimo, Renzo, Giovanni, Salvo, Aniello Falanga e Massimo momenti di riflessione su come certe storie potevano o dovevano andare diversamente. Bazar è anche lo "spazio" in cui una delle più intense forze motrici che spinge l´individuo ad agire e incamminarsi verso il cambiamento, è la sensazione di dissonanza emotiva che egli avverte tra la! propria dimensione interiore e il mondo circostante: una sorta di prigionia che lo lega alla sua terra che non sente più sua. Alla fine, sarà una tenda a nascondere il futuro dove, forse, le cose cambieranno.
Uno spettacolo forte, un racconto dai momenti intensi, la narrazione delle propria esperienza, della giornata di un detenuto, i rapporti con la famiglia, le varie sfaccettature della vita di un recluso.
Raggiante Maria Grazia Pisacane, assessore alla pubblica istruzione, organizzatrice dell´evento unitamente al consigliere comunale Salvatore Nastri, che ha affermato "Sono particolarmente emozionata per il successo che l´iniziativa ha riscosso tra i nostri studenti che sono venuti a contatto con attori-detenuti, quasi tutti ergastolani, che attraverso una rappresentazione teatrale hanno raccontato le loro esperienze e la loro vita in carcere. Un incontro con la tremenda realtà carceraria che, sono certa, servirà ai nostri studenti, ai nostri giovani, a far cresce! re in loro la coscienza civile e morale".
"Questo evento -ha commentato il sindaco Giuseppe Balzano- ha avuto grande valenza sociale proprio perché è servito a far comprendere ai nostri giovani che anche chi ha sbagliato nella vita, dandogli una possibilità di riscatto, può essere recuperato e riavvicinato alla società e alla vita civile".