“Vedere tante persone che danno fiducia al governo e le scelte che la città ha fatto, rafforza ancora di più il percorso che il PD torrese sta facendo. Bisogna continuare su questa strada”.
È contento il segretario democratico cittadino, Ciro Passeggia, con il suo PD che si attesta quasi a quota 46%, una percentuale sopra la media nazionale. “Adesso bisogna lavorare – detto Passeggia - per non disattendere gli impegni presi sia a livello nazionale che locale, occorre infatti dare subito impulso al lavoro e mettere al centro dell’agenda politica la questione giovani”.

“È un risultato storico straordinario” per Lello Ricciardi, capogruppo al consiglio comunale. “È importante perché lo avevamo caricato anche di un altro significato: era un modo per chiedere ai torresi se le scelte che abbiamo compiuto e che stiamo compiendo le considerano positive”. Rispetto al distinguo con le ultime primarie che hanno visto, proprio in città, la sconfitta di Renzi, Ricciardi sdrammatizza così: “le primarie di partito sono un momento di confronto, dopo il quale tutto il partito si riconosce nel segretario. È indubbiamente bravo e questo risultato da forza al suo mandato”.

Tra coloro che hanno contribuito al risultato cittadino ci sono alcuni che, almeno formalmente, non sono ancora del partito come il gruppo dei Progressisti e Democratici di Enzo Ascione. “Ho fatto quello che ritenevo importante fare”, conferma Ascione. “Ci siamo ritrovati tutti nel trend positivo grazie a Renzi, alla sua voglia di fare e di cambiare l’Europa. Adesso il presidente del consiglio è legittimato dalle elezioni. Sono contento che anche quartieri che storicamente votano a destra, oggi hanno scelto il PD”.

È un risultato importante anche se la più alta percentuali di voti è andata solo al simbolo senza alcuna preferenza. Infatti 1252 votanti, più del 23%, non ha scelto alcun candidato del PD. È un dato significativo che Ricciardi minimizza così: “nelle forze politiche di sinistra vi è un’antica tradizione nell’adesione al partito. Inoltre molti hanno trovato difficoltà a scrivere i nomi. Il fatto di votare la lista è il riconoscersi in un’impostazione politica chiara e limpida”.


Raffaele Perrotta