Ha raccontato di essere evaso dal carcere di Parma per andare a costituirsi al penitenziario di Lucca, che avrebbe potuto garantirgli una cella più comoda e soprattutto meno umida. Protagonista un pregiudicato napoletano di 39 anni, in regime di semilibertà nel carcere parmigiano di via Burla. Processato oggi in Tribunale a Parma dopo più di un mese di detenzione a Lucca, l´uomo - che ha una lunga serie di precedenti per reati contro il patrimonio - è stato creduto da accusa e tribunale e condannato a sei mesi, il minimo della pena, da scontare in questo caso ai domiciliari; gli atti sono stati inviati in Procura perché si approfondisca la reale situazione del carcere parmigiano.
L´uomo non era rientrato in cella la sera del 2 dicembre, ma subito dopo il lavoro era salito in auto e si era diretto verso la Toscana. Giunto alle porte di Lucca, si era poi consegnato agli agenti di una pattuglia della Polizia stradale. Gli agenti, increduli, lo avevano considerato un tipo un po´ ´svitato´, ma in sostanza avevano esaudito i suoi desideri, arrestandolo per evasione. Le sue lamentele sulle condizioni dei reclusi nel carcere parmigiano, peraltro, sono molto simili a quelle che il sindacato della polizia penitenziaria ha avanzato, qualche mese fa, in un documento ufficiale.