Sapevamo tutti del male che lo aveva colpito, ma nessuno di noi si sarebbe mai immaginato che il grande cuore di Paolo Borrelli potesse cessare di battere da un momento all’altro.
Abbiamo perso un collega, un amico che aveva fatto dell’umiltà la sua bandiera. Per anni l’ho avuto al mio fianco, collaboratore attento e infaticabile, sempre disponibile con la sua immancabile macchina fotografica digitale.
Il “mestiere” ce l’aveva nel sangue. Mai un cedimento o una caduta di stile. Un vero esempio per chi si approccia al nostro lavoro.
Ricordo ancora quando mi telefonò in redazione per dirmi che l’Ordine dei Giornalisti della Campania lo aveva, finalmente, inserito nell’elenco dei pubblicisti. Piangeva. A cinquant’anni aveva coronato il suo sogno.
E lo aveva fatto nonostante tutto e tutti, con la voglia e la determinazione di chi vuole arrivare sì ad un traguardo importante ma nel rispetto delle regole, senza scappatoie o raccomandazioni, facendo la “gavetta” che tanti colleghi, irresponsabilmente, saltano a piè pari.
Mi vengono in mente tanti episodi. Avevamo la stessa visione del giornalismo come forma di militanza civile. Spesso mi telefonava con una scusa per incoraggiarmi, perché, conoscendomi, sapeva che la nostalgia si fa sentire.
Adesso che non c’è più penso sia giusto ricordarlo con una qualche iniziativa legata alla sua passione, il fotogiornalismo.
Che ne dite di lanciare un concorso, magari destinato agli alunni delle scuole primarie del territorio, intitolato alla memoria di Paolo Borrelli?
CARMINE ALBORETTI
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Proprio in questi giorni parlavamo in redazione dell´organizzazione di una mostra delle più belle foto di Paolo selezionate dai colleghi che lo hanno conosciuto e apprezzato. All´invito del collega Carmine Alboretti aderiamo con pieno entusiasmo in ricordo del comune amico scomparso. fg