Prima fondatore del progetto politico e-laboriamo Pompei poi indicato come candidato a sindaco, Carmine Lo Sapio sostiene di “aver fatto una valutazione con il gruppo politico, preferendo Franco Gallo che ha un ulteriore valore aggiunto” per la poltrona di primo cittadino.
A liste, ormai, consegnate, l’uomo forte della prima giunta D’Alessio ripercorre gli ultimi anni e gli avvenimenti attuali, nel periodo caldo di campagna elettorale.

In città si vociferavano ulteriori accordi, prima della consegna delle liste, forse anche con qualche altro candidato a sindaco.

“Abbiamo pensato di fare qualche altro accordo ma di certo non con candidati a sindaco, questa era una bufala. C’erano dei malumori all’interno della coalizione che sostiene la Padulosi e stavamo ragionando su possibili accordi”.

Si spieghi meglio.

“C’era chi aveva indicato proprio in Gallo il possibile collante politico. Anche per questo ho fatto la scelta di passare il testimone della candidatura a sindaco”.

Lei, come ha detto recentemente, sarà “il regista ed il primo attore lo farà Gallo”?

“Il ruolo del regista è quello che mi piace di più, non a caso anche nel passato l’ho sempre fatto, nonostante la partecipazione diretta nella prima consiliatura con D’Alessio. Successivamente, con il secondo mandato, ho scelto di non stare nell’amministrazione anche perché siamo stati critici già dalla campagna elettorale”.

Qualcuno sostiene che il suo passo indietro sia dovuto alle inchieste giudiziarie che la vedono coinvolto.

“No, non sono state un motivo determinante della mia scelta, sono state strumentalizzate. La condanna che ho subito per abuso d’ufficio l’ho pubblicata io stesso sulla pagina del laboratorio politico, insieme con la sentenza che non incide sulla candidabilità o eleggibilità degli amministratori. Il tentato abuso di ufficio non comporta nessun vincolo con il ruolo di amministratore e la prova l’abbiamo avuta con D’Alessio che è rimasto in carica dal luglio scorso fino allo scioglimento”.

Tornando a Gallo, come mai la scelta è ricaduta su di lui?

“È una persona che ha già un vissuto politico, è stato presidente dell’associazione cattolica vivendo intensamente le attività parrocchiali e non ultimo è stato consigliere dal 1995 ricoprendo anche incarichi nell’amministrazione”.

Non le sembra strano che sia stato il vicesindaco di Staiano che oggi sostiene Uliano?

“Staiano è comparso in questi ultimi giorni, non so nemmeno perché. Forse è interessato a cose che stanno fuori dalla politica, per qualche altro interesse o per amicizie. In questi giorni l’abbiamo visto assurgere prima al ruolo di presentatore poi a quella di relatore sulla legalità, un tema dove ci sarebbero tante cose da ridire in particolare con lui”.

E sul ruolo del Partito Democratico cosa mi dice? Gli uomini del partito sono sparsi in tutte le coalizioni.

“Il PD è compatto, anzi le dirò che abbiamo anche coinvolto l’area che fa riferimento a Ciro Serrapica, l’ex presidente del consiglio che oggi è candidato con noi. Uliano è un iscritto al partito e non sarò io a disconoscerlo”.

Lei però fa parte dell’organismo provinciale che proprio in queste ultime ore ha commissariato il circolo di Pompei.

“Il circolo di Pompei non è stato commissariato da nessuno, a noi non è arrivata alcuna comunicazione, forse alla stampa sarà arrivato il pensiero del segretario provinciale. Non ci risulta che la sezione è commissariata. Quando ho lasciato la sede il segretario era ancora tale”.

Perché si è rotto il legame con D’Alessio, nonostante fosse il suo braccio destro?

“Durante il suo secondo mandato, l’ex sindaco si allontanò dal PD passando nell’UDC alla vigilia delle elezioni regionali, creando non pochi malumori. In seguito allargò la coalizione agli uomini dell’UDC presenti in consiglio, tra i quali Tortora che era stato il suo avversario nella competizione elettorale. Infine anche i suoi impegni programmatici iniziarono a prendere una direzione diversa”.

Se è così, potevate raccogliere prima le firme utili allo scioglimento del consiglio comunale.

“Questo andrebbe detto a chi era in maggioranza. Noi andammo all’opposizione ma appena c’è stata questa possibilità, abbiamo firmato per lo scioglimento. L’avremmo fatto anche un mese prima o un giorno prima, del resto era un nostro obiettivo”.

Per chiudere, dato che il 25 si voterà anche per le elezioni europee, qual è la linea del partito?

“Nell’ambito del PD, ognuno potrà votare il proprio candidato. Di certo non faremo pressioni per rompere gli equilibri che accompagnano la nostra campagna elettorale”.

Lei chi sostiene?

“Lo dirò più in la, durante le iniziative che organizzeremo”.



Raffaele Perrotta