“Con il lavoro che abbiamo iniziato nel 2012 stiamo provando a mettere ordine in una materia complicata che, dalla legge 167 del 1962, stabilisce i criteri per l’edilizia popolare”. Ad intervenire sull’argomento è il consigliere Rocco Manzo, di Centro Democratico, da tempo impegnato per risolvere l’annosa questione che inizia già nel lontano aprile del 1962 quando furono introdotti i Piani di Edilizia Economica Popolare. “Già nel 1996, con la giunta guidata dall’allora sindaco Cucolo, si tentò di mettere mano all’argomento con scarsi risultati. Con la legge 448/1998 fu stabilito che i comuni possono cedere in proprietà le aree comprese nei piani approvati per le famose 167 che erano già state concesse in diritto di superficie”.

La storia delle residenze popolari risale al 1962. Facendo leva sulla famosa legge per “il risanamento della città di Napoli” del 1885, ai comuni era consentito l’esproprio per pubblica utilità. Una volta acquisiti i terreni potevano essere edificati da enti statali, dall’istituto nazionale per le case popolari, da cooperative o enti istituiti ad hoc che dovevano provvedere in tempi scadenzati alla realizzazione di residenze economiche, “alla sistemazione della rete viabile, alla dotazione dei necessari servizi igienici e all’allacciamento alla rete dei pubblici servizi delle zone incluse nei piani”.
La storia delle case popolari a Torre Annunziata inizia invece nel 1974 quando il comune individuò il primo Piano di Zona nel “Carminiello”. Alla fine dello stesso anno fu individuato un altro piano di zona denominato “Prota - Gambardella”. I rispettivi piani concedevano una percentuale bassa (circa il 20%) in diritto di proprietà ed il restante in diritto di superficie.
Nel corso degli anni lo Stato ha messo mano più volte alla legislazione sulle cosiddette PEEP fin quando, per fare cassa, ha deciso che i comuni potevano vendere gli immobili già concessi anni prima in locazione.

In base alla normativa quindi “spettava ai comuni ed agli uffici tecnici – secondo il consigliere Rocco Manzo – determinare il costo di vendita tenendo conto di alcune detrazioni che si dovevano imporre al prezzo totale degli immobili. Nel 2012 abbiamo approvato un’importante delibera che dava delle scadenze precise all’iter da seguire. Con le delibere 55 e 114 abbiamo fissato dei paletti per la vendita degli stabili che insistono nei Piani di Zona e che consentiranno ai locatari di diventare titolari degli stessi ed al comune di fare cassa dalle vendite. Resta ancora irrisolta la questione della cooperativa La Scintilla. Il titolare dei suoli ha vinto un contenzioso con la cooperativa e con il comune perché parte del lotto fu edificato su un suolo non acquistato. Dopo l’approvazione del debito fuori bilancio che è servito a pagare il contenzioso, l’ente comunale ha fatto rivalsa sui soci della cooperativa per avere quei soldi. In commissione è stato approvata la delibera che stabilisce di dilazionare in più rate il debito che hanno questi cittadini in modo da non gravare ulteriormente in un periodo di forte crisi economica”.

Raffaele Perrotta