Cava Sari, summit Sindaci-Comitati: "Moderata soddisfazione"
15-03-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
La Rete dei Comitati vesuviani continua ad incalzare i Sindaci della zona rossa affinchè continui il confronto tra cittadini e amministratori al fine di proporre soluzioni operative al ciclo dei rifiuti dellarea vesuviana.
Nellincontro di ieri al Comune di Terzigno, alla presenza dei Sindaci La Rete ha espresso le preoccupazioni della popolazione per il ritardo con cui si arriva a questi incontri per lapprossimarsi dellesaurimento della ex Sari che aprirà, di fatto, una nuova emergenza dai risvolti catastrofici.
Di concerto con latro Comitato presente all´incontro è stato posto il problema della frazione FOS proveniente dagli STIR di Tufino, che è incompatibile con larea protetta del Parco e che gli impianti industriali previsti dalla filiera del ciclo dei rifiuti debbano essere collocati al di fuori dei limiti dellarea protetta del Parco nazionale del Vesuvio; insieme era stato chiesto lazione univoca delle 18 amministrazioni tesa alla riduzione dei rifiuti e ad alimentare la raccolta differenziata in modo omogeneo su tutto il territorio vesuviano.
La Rete esprime soddisfazione per aver visto recepite tali istanze nel documento sottoscritto dai Sindaci al termine dellincontro.
"Da parte nostra poi abbiamo sottoposto al tavolo lesigenza irrinunciabile di programmare un sito di compostaggio - afferma Franco Matrone - che ponesse le premesse per lo smaltimento della frazione organica, a tuttoggi smaltita fuori regione. Un impianto di compostaggio al di fuori della zona protetta del Parco, che produca economia, occupazione e non faccia pagare la quota della differenziazione dell´umido al comune sede del sito, con trasformazione della Tarsu in Tia. Un impianto che potesse fare a meno di fondi pubblici e che si alimentasse da solo producendo ricchezza. Sul prossimo tavolo, si spera tecnico, il progetto verrà formalizzato. A nostro modesto parere il sito di compostaggio costituisce la base per il decollo del ciclo corretto dei rifiuti. Troppo spesso si sente parlare di "rifiuti zero" partendo dalla coda (impiantistica per la trasformazione della frazione indifferenziata) e non dalla testa (le 4R per intenderci), in primo luogo riduzione a monte del rifiuto, raccolta differenziata spinta e impianto di compostaggio che costituiscono il primo passo per scongiurare nuovi scempi, sempre possibili, nel Parco nazionale del Vesuvio e creare le condizioni per chiudere la discarica al più presto Sari. Esprimiamo pertanto moderata soddisfazione per il prosieguo del confronto che possa creare le basi per passare dalla catastrofe ambientale nel Parco del Vesuvio ad una inversione di politica dei rifiuti che riporti il ciclo dei rifiuti allordinario, premessa indispensabile per chiudere il capitolo discariche e iniziare la bonifica dellintero territorio".
Nellincontro di ieri al Comune di Terzigno, alla presenza dei Sindaci La Rete ha espresso le preoccupazioni della popolazione per il ritardo con cui si arriva a questi incontri per lapprossimarsi dellesaurimento della ex Sari che aprirà, di fatto, una nuova emergenza dai risvolti catastrofici.
Di concerto con latro Comitato presente all´incontro è stato posto il problema della frazione FOS proveniente dagli STIR di Tufino, che è incompatibile con larea protetta del Parco e che gli impianti industriali previsti dalla filiera del ciclo dei rifiuti debbano essere collocati al di fuori dei limiti dellarea protetta del Parco nazionale del Vesuvio; insieme era stato chiesto lazione univoca delle 18 amministrazioni tesa alla riduzione dei rifiuti e ad alimentare la raccolta differenziata in modo omogeneo su tutto il territorio vesuviano.
La Rete esprime soddisfazione per aver visto recepite tali istanze nel documento sottoscritto dai Sindaci al termine dellincontro.
"Da parte nostra poi abbiamo sottoposto al tavolo lesigenza irrinunciabile di programmare un sito di compostaggio - afferma Franco Matrone - che ponesse le premesse per lo smaltimento della frazione organica, a tuttoggi smaltita fuori regione. Un impianto di compostaggio al di fuori della zona protetta del Parco, che produca economia, occupazione e non faccia pagare la quota della differenziazione dell´umido al comune sede del sito, con trasformazione della Tarsu in Tia. Un impianto che potesse fare a meno di fondi pubblici e che si alimentasse da solo producendo ricchezza. Sul prossimo tavolo, si spera tecnico, il progetto verrà formalizzato. A nostro modesto parere il sito di compostaggio costituisce la base per il decollo del ciclo corretto dei rifiuti. Troppo spesso si sente parlare di "rifiuti zero" partendo dalla coda (impiantistica per la trasformazione della frazione indifferenziata) e non dalla testa (le 4R per intenderci), in primo luogo riduzione a monte del rifiuto, raccolta differenziata spinta e impianto di compostaggio che costituiscono il primo passo per scongiurare nuovi scempi, sempre possibili, nel Parco nazionale del Vesuvio e creare le condizioni per chiudere la discarica al più presto Sari. Esprimiamo pertanto moderata soddisfazione per il prosieguo del confronto che possa creare le basi per passare dalla catastrofe ambientale nel Parco del Vesuvio ad una inversione di politica dei rifiuti che riporti il ciclo dei rifiuti allordinario, premessa indispensabile per chiudere il capitolo discariche e iniziare la bonifica dellintero territorio".