“È passato, purtroppo, all’opinione pubblica il messaggio che noi siamo favorevoli al Grande Progetto Sarno. Devo ribadire che non è così. Nell’ultima conferenza dei servizi dell’8 ottobre, con il sindaco, ci siamo nuovamente opposti al progetto portando i pareri sfavorevoli motivati dai tecnici dell’ente”. L’assessore Raffaella Celone torna sulla questione del Sarno all’indomani del tavolo degli amministratori organizzato dal Partito Democratico per discutere del GPS. “A quella riunione – continua l’assessore all’urbanistica – il nostro no è stato condiviso anche dal comune di Pompei, mentre Castellammare e Scafati hanno dato parere favorevole”.

GRANDE PROGETTO SARNO. L’idea di sistemazione idraulica del fiume Sarno parte da lontano, con un progetto datato 1998, realizzato sull’onda emotiva dell’alluvione che colpì, principalmente, i paesi di Sarno e Quindici. Da allora solo un sussulto nel 2007, quando fu presentato nella scuola di Rovigliano alla presenza del Generale Iucci. Poi un lungo silenzio durato anni, fin quando l’Unione Europea ha deciso di finanziare quello stesso progetto del 1998 per l’intero importo: 217 milioni di euro. A fronte di opposizioni timide di molti comuni, il comune di Montoro ha subito impugnato il progetto, costituendo un tavolo di tecnici che ne ha smontato la validità e l’efficacia. Il nodo cruciale, che subito balza all’occhio, è la pessima situazione delle acque che, in casi di piena eccezionale, dovrebbero confluire in parte nelle vasche di laminazione previste lungo i 24 km di fiume e nello scolmatore di Rovigliano.

“Abbiamo fatto mettere agli atti che la città di Torre non accetterà mai le acque non saranno pulite – specifica la Celone – C’è la volontà degli organi regionali di ultimare il progetto, per questo motivo, pur impugnandolo, abbiamo richiesto prima la riqualificazione della nostra fascia di costa”.

STATI GENERALI DEL PD SUL SARNO. “Il nostro è stato un no tecnico, non ideologico come ha fatto qualcuno in questi mesi”. Ci tiene a sottolineare la sua posizione il sindaco Starita che ieri sera ha partecipato all’iniziativa promossa dal Partito Democratico e che ha visto la presenza di altri amministratori ed alcuni tecnici. “Ho partecipato, negli ultimi giorni – continua il primo cittadino – a diversi tavoli tecnici, tra cui anche quello sull’unità di crisi per il fiume Sarno. C’è una forte volontà, negli ambienti romani, di ultimare il progetto. Credo che a questo punto si possono cercare solo di proporre le varianti che ne attenuino l’impatto con i territori”.
Di tutt’altro avviso il geologo Rocco Lafratta, professore associato alla Federico II. “Faccio difficoltà a capire le motivazioni che avanzano le amministrazioni, soprattutto quelle relative alla qualità delle acque. Nei casi di piena eccezionale dubito ci sia qualcuno che possa accollarsi la responsabilità di tenere chiuse le vasche o lo scolmatore perché le acque che vi entrano non sono pulite”.
Dal circolo locale torrese, il segretario Passeggia è categorico: “Il partito è contrario al progetto. Già l’anno scorso ho avuto modo di dire, in un dibattito sul Sarno, la mia posizione. Credo ancora fortemente che se tornasse in vita, il nostro fiume potrebbe rappresentare oltre che una risorsa naturale, un volano di sviluppo economico”.


Raffaele Perrotta