Le indagini sul duplice omicidio avvenuto stanotte, a Torre Annunziata, nella villetta di Traversa Andolfi (nella foto, il luogo dell´agguato), proseguono a ritmi serrati muovendosi, principalmente, nell´ambito delle attività usuraie praticate da entrambe le vittime.
Roberto e Giovanni Scognamiglio, rispettivamente 26 e 42 anni, erano infatti volti già noti alle forze dell´ordine. "E´ stato disarticolato uno dei più pericolosi gruppi che praticano abitualmente e professionalmente l´attività usuraia nell´area oplontina-pompeiana" ebbe a dire, il 3 febbraio 2009, Raffaele Marino. Il Procuratore aggiunto presso il Tribunale oplontino così commentò l´arresto di Giovanni Scognamiglio, allora 38enne, e del padre Umberto (già condannato, per usura, nel 2006).
Il più piccolo della famiglia, Roberto, se la cavò con un divieto di dimora nel Comune di Pompei.
Pesantissime, all´epoca, le accuse formulate all´esito delle indagini, condotte dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli. I tassi usurai praticati variavano dal 60 al 170 per cento all´anno. Almeno 20, gli imprenditori nel mirino delle attività illecite esercitate dalla famiglia. La maggioranza delle aziende coinvolte, con sede nella zona vesuviana. Una piccola percentuale di imprenditori risultava, invece, residente in Lombardia. Gli utili dello strozzinaggio - secondo il precedente provvedimento cautelare, emesso nel 2009 - venivano reinvestiti, tra l´altro, anche in un´agenzia di raccolta scommesse, che si scoprì essere intestata a due donne (una delle quali, moglie dello stesso Giovanni Scognamiglio, ndr).
Nel corso dell´operazione furono inoltre sequestrati titoli, conti bancari e postali, per un importo complessivo pari a 500 mila euro; auto (Mercedes e Bmw), per un valore di 250 mila euro; polizze assicurative per 82 mila euro. L´ammontare globale dei sequestri eseguiti sfiorò, all´epoca, i 2milioni e mezzo di euro.

Salvatore Piro