Si è tenuto, sabato 28 agosto, "Palcuscenico”, Gran Galà della Canzone Classica Napoletana, giunto quest´anno alla decima edizione, occasione perfetta per assegnare i “Premi Mignonette: Napoli New York solo andata 2010” a coloro i quali hanno contribuito alla diffusione della Cultura e della Canzone Napoletana.
Nell’accogliente giardino delle Terme di Stabia, solo alla fine dell´evento, quando esplodono i fuochi di artificio di questa decima edizione, a malincuore ti accorgi dei giri di orologio: due ore e mezzo e più di spettacolo trascorsi a cantare insieme agli artisti che si sono alternati sul palco. Tutti in gran forma. A partire dai bravissimi Carmen Viviani ed Enzo Esposito che li vedi e pensi: sarebbero una coppia perfetta e poi scopri con piacere che son già sposati, per seguire poi il carisma vocale di Antonio Buonomo, che con un’ottima recitazione ti porta a condividere il dolore per la perdita della sua “Pupatella”, e ancora le gags del funambolico Luciano Salvetti, cantante-attore, ottimo erede della classica “macchietta” napoletana, e di Anna Sciotti, argento vivo fatto artista, canto e simpatia sparsa a larghe mani per terminare poi con le particolari virtù vocali di Teresa Rocco.
La serata è stata condotta da Veronica Salzano con l’orchestra diretta dal maestro Gianni Pepe. Madrina d’eccezione della serata, moralmente sostenuta dal Comune di Castellammare di Stabia, dalleTerme di Stabia e dalla casa editrice “La Canzonetta”, è stata la nota soubrette Pamela Prati che ha salutato il pubblico attraverso un videoclip. Molti i “Premi Mignonette: Napoli New York solo andata 2010” assegnati , tra i tanti segnaliamo in particolare quello ad Italo Celoro, artista stabiese recentemente scomparso, interprete del teatro di Raffaele Viviani (una grossa perdita per il teatro napoletano) e quello al giornalista caporedattore del Mattino, Pietro Gargano, autore “dell’Enciclopedia della canzone Napoletana”.
Insomma, grazie anche a questi autori ed artisti, la canzone napoletana c’è. E’ viva, nonostante gli anni, attira pubblico, ispira sentimenti, emoziona, scatena la fantasia, diverte e invita al canto anche gli stonati, perché con la musica napoletana c’è posto anche per le ugole scadenti, basta cantare col cuore, come diceva Eduardo.
Esco dalle Terme intonando:“Puó´ dí ch´´e strade ´e Napule cheste só:nu palcoscenico…”, canto con sentimento ma per fortuna i fuochi d’artificio coprono le mie derive sonore. (f.g.)