Fingevano di imbarcare gasolio su navi extracomunitarie per eludere il pagamento dell’iva e delle accise. Un sistema collaudato che per ben 400 volte è stato portato a termine, fino a quando non sono scattate le manette per 14 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di gasolio e truffa ai danni dello Stato.

L´operazione, eseguita da Funzionari dell´Agenzia delle Dogane di Napoli e dagli uomini del Comando Gruppo della Guarda di Finanza di Torre Annunziata Un’operazione quella di stamattina che ha portato anche al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni immobili, autovetture ed autoarticolati per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.

A finire in manette Salvatore De Francesco, Antonio Spadafora e Gennaro Pinto, amministratori di fatto della società “Ge.Sa. Oil Trading” utilizzata per l’attività illecita; arrestati inoltre i trasportatori Antonio Campagna, Vincenzo Baruffo, Salvatore Baruffo, Alessandro De Francesco, Mario Di Maggio, Luigi Leone, Marcello Leone, Vincenzo Leone.
Le manette infine sono scattate anche per Vittorio Campanella e Giacomo De Martino Miniero che all’epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di funzionari doganali presso il Molo Vigliena del Porto di Napoli. Una complicità che secondo gli investigatori è risultata determinante per realizzare la truffa.

L’attività investigativa, eseguita nei comuni di Torre Annunziata, Torre del Greco, Napoli, Portici, Massa di Somma, Monte forte Irpino e Faenza (RA), parte nell’agosto del 2011 ad opea dell’Area Antifrode della Direzione Interregionale delle Dogane di Napoli nell’ambito dell’azione di prevenzione e contrasto delle frodi in materia di accise ed Iva.
Le indagini hanno consentito di accertare che per ben 400 volte gli indagati hanno finto di imbarcare gasolio su navi battenti bandiera di paesi extracomunitari, operazioni che se fossero realmente avvenute avrebbero consentito l’esenzione dal pagamento dell’Iva e delle accise. In realtà le autobotti, uscite dal deposito fiscale di Torre Annunziata, non hanno mai raggiunto il porto di Napoli anche perché, nella maggior parte dei casi, le navi in questione non erano affatto presenti nelle acque dello scalo napoletano partenopeo o, se presenti, non avevano inoltrato alcuna richiesta di rifornimento. Il sistema, che sembrava collaudato, ha permesso un’evasione accertata di oltre 10 milioni di euro.

Gli accertamenti di natura patrimoniale hanno consentito di individuare e sottoporre a sequestro conti correnti bancari e postali, dossier titoli, polizze assicurative, terreni, appartamenti e veicoli a motore.

Catello Germano