Sembra scongiurato il pericolo di interdizione al pubblico delle spiagge della costa vesuviana a causa dell’inquinamento degli arenili. Dopo le proteste dei sindaci di Torre Annunziata, Giosuè Starita, Castellammare, Vozza, del sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, quello di Ercolano, Nino Daniele, del primo cittadino e dei sindaci di Torre del Greco e San Giorgio a Cremano, rispettivamente Ciro Borriello e Domenico Georgiano sono state predisposte nuove analisi per accertare il grado di inquinamento di tutta la linea di costa del litorale vesuviano per un totale di venti chilometri, cioè a partire dalla banchina di “zì Catiello” a Castellammare fino a San Giorgio a Cremano. Infatti, conseguentemente allo studio effettuato sul tratto di litorale dall’Arpac, durante una conferenza dei servizi tenutasi il 26 febbraio scorso a Roma, i responsabili del Ministero dell’Ambiente e quelli della Regione decisero l’interdizione al pubblico, sino a quando l’area non verrà bonificata.
Alcuni sindaci pur firmando le ordinanze hanno chiarito che “si trattava di una decisione obbligata” che comunque non risolve il problema. I primi cittadini hanno chiesto a Ministero e Regione non solo i tempi per la bonifica, ma anche le risorse economiche ed umane per poter concretamente interdire tutti gli arenili. Recintare l’intera area non è una cosa da poco, né possono bastare le polizie municipali per garantire il servizio.
Ora si spera che l’opera di bonifica si svolga in maniera veloce ed efficace considerando che
un provvedimento del genere sarebbe la fine per le strutture che operano solo nella stagione estiva. Il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita a differenza degli altri colleghi, non ha ancora firmato l’ordinanza che avrebbe penalizzato non solo gli operatori balneari ma tutti i cittadini.