La compagnia di navigazione Dimaiolines era in dissesto finanziario e in stato di insolvenza gia´ dal 2007 ma ciononostante continuava ad accettare gli investimenti di ignari cittadini convinti di impegnare i propri risparmi in una realta´ solida, allettati anche dalla promossa di cospicui guadagni (veniva loro assicurato un reddito pari almeno al 7,5% netto annuo). Invece la compagnia di navigazione aveva gia´ imboccato la parabola discendente che sarebbe culminata il 2 dicembre del 2010 con il fallimento. Quei soldi, secondo la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, sarebbero insomma stati sottratti con dolo agli ignari investitori. Ancora di salvezza per i risparmiatori sarebbe potuta essere l´unica nave in dotazione alla societa, la ´´Baia Sardinia´´, invece ceduta in pieno crac prima ad una azienda liberiana e poi a una turca. La Guardia di Finanza oplontina ha eseguito oggi sette misure cautelari contro quella che viene considerata dagli inquirenti una vera e propria associazione finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alle false comunicazioni sociali composta dagli amministratori della compagnia di navigazione di Torre del Greco. In manette sono finiti Carlo, Angelo e Angela Di Maio e il presidente del collegio sindacale della Dimaiolines, Angelo Pica (cugino dei Di Maio). Tre ai domiciliari: Massimo Balzano, dipendente della societa´ che avrebbe concorso insieme alle quattro persone finite in carcere alla bancarotta fraudolenta di tipo documentale, Alfredo Ibello e Concettina De Felice, componenti del collegio sindacale che, come Angelo Pica, avrebbero omesso di esercitare i poteri loro conferiti dalla legge tanto da concorrere alla distrazione del denaro proveniente dai risparmiatori (ammontante nello specifico ad una somma pari a 6 milioni di euro e comunque secondo la Procura calcolata per difetto). Coinvolta anche un´ottava persona, destinataria di una misura cautelare, che pero´ si trova in Svizzera, dove non puo´ essere arrestata. Anche quest´ultimo soggetto e´ stato interessato dalle perquisizioni che i finanzieri hanno eseguito oggi (in totale sono state 13 le perquisizioni). I danni per gli investitori sono pari a 40 milioni di euro, 47 milioni invece sarebbero stati sottratti all´erario. Le indagini presero il via nel settembre del 2010 con diverse denunce di persone che avevano investito i loro risparmi tra il 2003 e il 2010. ´´Gli amministratori della societa´, poi fallita il 2 dicembre 2010, - scrive il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Diego Marmo - avevano raccolto il risparmio di centinaia di persone che avevano corrisposto loro assegni o contanti avendo avuto in cambio una ´ricevuta´ intestata alla stessa Dimaiolines e recante la firma dell´amministratore. In realta´ - spiega Marmo - al momento dell´investimento, al risparmiatore veniva richiesto di intestare l´assegno non alla societa´, nella quale si era convinti di investire, ma alle persone fisiche di Carlo, Angelo e Angela Di Maio´´. La perdite non giustificavano piu´ l´esistenza della Dimaiolines gia´ dall´inizio del 2007, spiega ancora Marmo, mentre Carlo, Angelo e Angela Di Maio continuavano a raccogliere il risparmio dei fiduciosi investitori prospettando espansioni societarie e millantando un´ottima salute societaria. Angelo Pica, presidente del collegio sindacale, invece, era allo stesso tempo controllore e controllato, in quanto se da una parte era il vertice del collegio sindacale, d´altra parte era, di fatto, il consulente contabile della societa´´´.